È stato licenziato Saverio Tateo, l’ex primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Trento in cui lavorava Sara Pedri, scomparsa a marzo
Lunedì l’azienda sanitaria provinciale di Trento ha comunicato il licenziamento di Saverio Tateo, l’ex primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara in cui lavorava Sara Pedri, la ginecologa scomparsa otto mesi fa in un contesto di sospetti abusi e comportamenti aggressivi sul posto di lavoro (mobbing) da parte dei suoi superiori. L’azienda sanitaria ha ufficializzato la decisione del licenziamento dopo il parere favorevole del Comitato dei garanti, che era stato chiamato a valutare i risultati delle indagini interne all’ospedale e aveva confermato i sospetti di maltrattamento nella gestione del reparto da parte di Tateo, citando «molteplici fatti di indubbia e rilevante gravità supportati da una cospicua documentazione».
Pedri, 32 anni, era scomparsa il 4 marzo del 2021, il giorno dopo essersi dimessa dall’ospedale Santa Chiara. Si era lamentata più volte – soprattutto con la madre e la sorella, che hanno poi denunciato pubblicamente i maltrattamenti – delle condizioni di lavoro nel reparto in cui lavorava, dove aveva subìto frequenti umiliazioni e punizioni. Non è ancora stata ritrovata.
Le indagini interne su Tateo erano iniziate mesi fa, con una commissione d’inchiesta dell’azienda sanitaria che aveva ascoltato le testimonianze di 110 tra medici, infermieri e operatori sanitari che avevano prestato servizio o che sono ancora attivi nell’unità operativa di Ginecologia. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza aveva avviato un’ispezione nell’azienda provinciale di Trento, su cui aveva indagato anche la Procura della città: a ottobre, dopo un’indagine dei carabinieri del NAS (Nucleo Antisofisticazione e Sanità), la Procura aveva iscritto Tateo e la sua vice Liliana Mereu nel registro degli indagati per presunti maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione e disciplina ai danni di 14 persone tra medici e infermieri, compresa Pedri. L’avvocato di Tateo, che ha depositato una corposa documentazione difensiva, ha detto che farà ricorso al giudice del lavoro.
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