Il prezzo del gas è aumentato di nuovo a causa della Russia
Gazprom non ha aumentato le forniture verso l'Europa occidentale come aveva annunciato il mese scorso Vladimir Putin
Lunedì il prezzo del gas naturale è tornato ad aumentare in Europa. È cresciuto quasi del 10 per cento, superando gli 80 euro per megawattora per poi fermarsi a 76,50.
Dopo il forte aumento degli scorsi mesi legato alla più ampia crisi energetica globale – il 5 ottobre era arrivato a 117,50 euro per megawattora, il 400 per cento in più rispetto all’inizio dell’anno – il prezzo del gas era diminuito quando il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato un aumento delle forniture ai paesi europei. Questa promessa tuttavia non sembra essere stata mantenuta e il prezzo del gas è nuovamente salito.
Per mesi la Russia aveva ridotto i flussi di gas che riforniscono l’Europa attraverso i gasdotti che passano da Bielorussia, Polonia e Ucraina. Il governo russo si era giustificato dicendo di aver avuto maggiori richieste dai paesi asiatici. Poi Putin aveva detto a Gazprom, la principale società esportatrice di gas controllata dal governo russo, di riempire alcuni dei suoi impianti di stoccaggio per il gas in Germania e Austria entro l’8 novembre: aveva quindi fatto sperare che le esportazioni di gas verso l’Europa sarebbero aumentate.
Nel fine settimana Gazprom ha in effetti rifornito parzialmente i suoi impianti, ma non ha fatto richiesta per aumentare il flusso di gas nei gasdotti: per questo si crede che non ci sarà un significativo aumento delle esportazioni.
Un gruppo di parlamentari europei ha accusato la Russia di aver ridotto le forniture di gas allo scopo di fare pressioni per ottenere l’attivazione del Nord Stream 2, il discusso nuovo grande gasdotto che passa sotto il mar Baltico e raggiunge la Germania senza passare per altri paesi dell’Europa dell’est. La Russia ha negato di aver fatto una cosa del genere. Lunedì Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, ha detto all’agenzia di stampa russa Interfax che non sono stati fatti progressi nell’attivazione del Nord Stream 2.
Più del 20 per cento dell’energia elettrica prodotta nei paesi dell’Unione Europea è ottenuto dal gas naturale, per la maggior parte importato: quasi il 90 per cento proviene da paesi non membri, di cui quasi la metà (il 43,6 per cento nel 2020) dalla Russia.
L’Italia è esposta più di altri paesi all’andamento del prezzo del gas, considerato che viene impiegato per circa il 40 per cento dell’energia prodotta nel nostro paese. Circa due terzi del fabbisogno energetico italiano sono coperti dalle importazioni, con le difficoltà nel tenere sotto controllo i prezzi che ne conseguono.
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