Sembra essere un gran momento per i ratti di New York
Lo scrive il New York Times, spiegando perché c'entra la pandemia e citando vari aneddoti piuttosto disgustosi
Il problema dei ratti a New York è così radicato, noto e in un certo senso pop, da avere una voce di Wikipedia dedicata e un ricchissimo repertorio di aneddoti e video virali che lo raccontano. Dopo i lockdown dovuti alla pandemia da coronavirus, però, la situazione sembra essere ulteriormente peggiorata, con un grande aumento dei ratti in circolazione.
Ne parla il New York Times, citando una serie di segnalazioni recenti: ratti che salgono sui tavoli durante un pranzo all’aperto, ratti che si raccolgono davanti ai portoni degli edifici in così gran numero che diventa necessario far rumore e spaventarli per entrare, ratti che infestano i dehors chiusi dei ristoranti, ratti nei cespugli di un parco, ratti che attraversano la strada in pieno giorno, persone che durante una passeggiata si trovano a calpestare un ratto (vivo), sacchi della spazzatura semoventi che rivelano un ratto al loro interno.
Contare precisamente la popolazione dei ratti non è semplice, ma ci si può fare un’idea del loro aumento partendo da alcuni segnali. Per esempio, nel 2021 le segnalazioni di ratti alle autorità cittadine sono state 21mila (nel 2019 a questo punto dell’anno erano 15mila), ed è raddoppiato il numero di volte in cui gli ispettori sanitari hanno trovato indizi della presenza di ratti. Quest’anno, inoltre, a New York ci sono stati 15 casi (di cui uno mortale) di leptospirosi, un’infezione che può avere serie conseguenze per il fegato e i reni e che si trasmette attraverso l’urina di ratto: il numero più alto dal 2006.
Secondo gli esperti, disinfestatori e funzionari municipali, a questa situazione si è arrivati per via di una combinazione di diversi fattori.
Quando i ristoranti avevano chiuso per la pandemia, i ratti erano stati costretti a cercarsi del cibo all’aperto più di quanto facessero prima, ma gli era andata bene: avevano trovato i canaletti di scolo e i cestini agli angoli delle strade intasati di spazzatura, che veniva raccolta in modo meno puntuale ed efficiente poiché nell’anno precedente c’erano stati tagli al Dipartimento municipale che si occupa della spazzatura. Con i lockdown, e gli abitanti della città chiusi in casa, era aumentata sia la quantità di rifiuti domestici, sia la loro dispersione abusiva. Con la riapertura della città, poi, erano ripartiti anche i cantieri, le cui attività tendono a far uscire i ratti all’aperto. Molti ristoranti, inoltre, avevano attrezzato tavoli all’aperto e dehors, rendendo ancora più accessibili i resti di cibo.
Nel frattempo, gli ispettori che in genere fanno controlli per verificare la presenza di ratti erano stati assegnati ad altri compiti di monitoraggio, per esempio verificare che i ristoranti controllassero i certificati vaccinali. Infine, l’estate 2021 a New York è stata più umida del solito, condizione vantaggiosa per la vita dei ratti, la cui popolazione a ottobre ha raggiunto il picco annuale.
Sono anni che la città cerca e sperimenta strategie per tenere sotto controllo il numero dei ratti (tra cui una indolore che rende sterili le femmine); nel 2017 il sindaco Bill de Blasio aveva approvato un piano di 32 milioni di dollari – quasi 29 milioni di euro – che prevedeva un sistema più efficiente di raccolta della spazzatura (che a New York resta in strada una notte intera prima di essere raccolti dai netturbini, ed è una grossa parte del problema) e bidoni per la compattazione dei rifiuti.
Tra gli altri metodi in uso ci sono esche avvelenate, trappole che contengono un liquido in cui i ratti affogano (ritenute molto efficaci dal nuovo sindaco, Eric Adams), ghiaccio secco inserito nelle tane.
Gli esperti, però, dicono che nessuna di queste strategie può essere efficace finché i ratti continueranno ad avere cibo in abbondanza, e che bisognerebbe partire da una gestione migliore dei rifiuti della città.
Edward Grayson, capo del Dipartimento che si occupa della spazzatura, dice che – dopo i tagli dell’anno precedente – le risorse a disposizione del Dipartimento sono state in larga parte ripristinate, e che sta facendo «tutto quello che può per tenere le strade pulite».
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