Perché gli ultras laziali non sono a Marsiglia
Il governo francese ha vietato loro la trasferta di Europa League temendo scontri tra le due tifoserie organizzate, una di estrema sinistra e una di estrema destra
Oggi gli ultras della Lazio, cioè gli appartenenti al tifo organizzato della curva Nord dello stadio Olimpico di Roma, non potranno essere allo stadio Velodrome di Marsiglia per vedere la partita di Europa League contro l’Olympique. Glielo ha proibito un’ordinanza firmata dal ministro dell’Interno francese Gerald Dermanin, che riguarda in generale i tifosi laziali, a cui non sarà possibile accedere allo stadio e, almeno in teoria, nemmeno raggiungere Marsiglia. È stato infatti giudicato pericoloso far avvicinare le due tifoserie organizzate, tra le quali esiste un odio dichiarato che ha motivazioni politiche e legate a scontri violenti avvenuti in passato.
Il testo dell’ordinanza dice: «Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o a chi si comporta come tale». La scelta viene giustificata con questa motivazione del «comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo nonché la ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti».
Il ministero dell’Interno francese vuole evitare che la tifoseria ultras considerata più antirazzista e antifascista d’Europa, quella dell’Olympique Marsiglia, si scontri con quella della Lazio, in cui c’è notoriamente una diffusa e rivendicata militanza neofascista.
Gli ultras dell’Olympique hanno gli atteggiamenti violenti e prevaricatori come quelli della maggior parte degli ultras europei, ma politicamente sono da sempre schierati a sinistra, una cosa piuttosto anomala. Dove è posizionato il Commando ultras curva B, allo stadio Velodrome, compare sempre una grande bandiera con scritto “Marseille contre le racisme”, e non manca mai il volto del rivoluzionario comunista Che Guevara. All’inizio degli anni 2000 gli ultras del Marsiglia erano tra gli animatori dei mondiali di calcio antirazzisti, che si tenevano periodicamente in Italia. Con loro c’erano i tedeschi del St. Pauli di Amburgo, gli italiani di Ternana, Venezia e Livorno.
I gruppi organizzati della curva Nord laziale invece sono dichiaratamente fascisti, e gli ultras fanno frequentemente saluti romani e cori identitari con connotazioni di estrema destra. A ogni partita la curva Nord intona per esempio “Avanti ragazzi di Buda” (avviene anche nella curva Nord interista), divenuto negli anni un inno: lo scrisse Francesco Pingitore nel 1966 per rendere omaggio ai giovani che si batterono a Budapest nel 1956 contro i carri armati sovietici.
L’identificazione tra il tifo laziale e il neofascismo è spesso contestata da chi non appartiene ai gruppi ultras, e ha tutt’altre idee politiche. In generale quasi tutte le principali curve italiane hanno una collocazione politica di estrema destra dettata dai gruppi ultras più attivi e militanti. Ma gli ultras laziali sono anche quelli che danno più frequenti dimostrazioni delle loro inclinazioni politiche neofasciste, mettendo peraltro spesso in difficoltà la società. Soltanto poche settimane fa, ad esempio, la Lazio aveva sospeso l’addestratore dell’aquila che viene fatta volare all’Olimpico prima di ogni partita della Lazio, perché al termine della partita contro l’Inter aveva salutato i tifosi della curva facendo il saluto romano. Tutti insieme poi avevano intonato un coro per «il Duce».
L’ultima volta che gli ultras della Lazio e quelli del Marsiglia entrarono in contatto fu il 24 ottobre del 2018. Cento tifosi laziali e altrettanti dell’Olympique si scontrarono violentemente la notte prima di una partita di Europa League a colpi di bastoni e coltelli davanti al Centre Commercial Bourse, una zona commerciale vicino alla Canebière, la strada che attraversa il centro storico, e nei pressi del Vecchio Porto. Il quotidiano La Provence scrisse il giorno dopo che «gli italiani erano vestiti completamente di nero ed alcuni erano armati di bastoni e coltelli».
I due gruppi non si incontrarono per caso: si erano dati appuntamento a quell’ora e in quel punto. A spalleggiare i laziali erano arrivati alcuni esponenti degli ultras del Nizza, storicamente di destra e nemici giurati dei marsigliesi. Alla fine di quella che nell’ambiente ultras è ricordata come la «battaglia di Marsiglia» ci furono quattro feriti da arma da taglio, ma secondo la polizia di Marsiglia molti partecipanti alla rissa decisero di non farsi curare in ospedale. Non finì lì: il giorno dopo il pullman dei giocatori della Lazio che stava arrivando allo stadio fu bersagliato da una fitta sassaiola. Oggi infatti la squadra non arriverà allo stadio con il pullman della società ma a bordo di uno anonimo, senza simboli e con i vetri oscurati.
Anche il comune di Marsiglia ha ritenuto di dover correre in qualche modo ai ripari. Temendo che alcuni tifosi italiani possano comunque arrivare in città ha sconsigliato loro di attraversare cinque arrondissement: primo, secondo, sesto, settimo e ottavo sono considerati ad alto rischio e che verranno presidiati dalle forze dell’ordine.
Ultimamente gli ultras dell’Olympique sono stati protagonisti di diversi episodi violenti. Il 24 ottobre, durante Marsiglia-Paris Saint-Germain, il calciatore brasiliano Neymar è stato protetto dagli scudi dei poliziotti mentre stava per battere un calcio d’angolo. I tifosi del Marsiglia gli stavano infatti tirando bottigliette, accendini, caricabatterie dei cellulari. Un mese prima, finita una partita contro l’Angers, gli ultras del Marsiglia avevano invaso il campo puntando dritti verso gli ultras di casa e scatenando una rissa sedata a fatica dalla polizia. Il 1° ottobre, per la partita di Europa League contro la squadra turca del Galatasaray, furono dispiegati 550 poliziotti. Non sono stati sufficienti: tre tifosi turchi e due marsigliesi si sono comunque accoltellati. A inizio settembre poi c’erano stati violenti scontri a Nizza con gli ultras di casa.
Yuri Alviti, uno dei capi storici della tifoseria laziale, ha detto parlando con i giornalisti: «La trasferta vietata a Marsiglia mi sembra un giocoforza (sic) delle istituzioni francesi, un’assurdità. I motivi saranno ben altri e sicuramente risalgono a molto tempo fa. Ogni volta che uno alza la voce viene etichettato come fascista. Finché esiste il politicamente corretto non cambierà mai niente. È oltretutto una discriminazione nei confronti del tifo laziale tutto, anche per quanti che col tifo violento o con i Daspo non hanno mai avuto a che vedere, famiglie magari, che approfittavano dell’occasione per qualche giorno fuori, dopo essersi goduti la partita».
Dopo l’omicidio del capo ultras laziale Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, ucciso a Roma il 7 agosto 2019, nella curva Nord dell’Olimpico stanno emergendo nuove figure, tutte appartenenti al mondo della destra neofascista romana. I gemellaggi di sempre, con altre tifoserie schierate politicamente nello stesso modo, vengono rinnovati e rinforzati. Tra queste spiccano per violenza gli ultras bulgari del Levsky Sofia, conosciuti in tutta Europa.
– Leggi anche: C’era più di una rivalità sportiva tra ultras del Nizza e del Marsiglia