Una canzone dei Midlake
E la nostalgia delle cose che non hai conosciuto
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Il 12 novembre esce il disco di Bruno Mars e Anderson.Paak, che segue quella loro formidabile canzonetta pubblicata a febbraio.
Scopro che una vecchia canzone dei Mountain Goats, No children, è diventata “virale” su TikTok, per via del suo testo su una drammatica separazione che ha trovato nuovi estimatori.
Oggi compie 60 anni K.D. Lang, di questa canzone qui, tra le altre.
Ho provato a comprare i biglietti per Adele in Hyde Park, due concerti all’inizio di luglio, e una capienza ragguardevole, per usare un eufemismo: niente, avevo messo la sveglia ma poi mi sono distratto ed è sparito tutto. Poi mi sono ricordato che Emilia ha la maturità, e sarebbe stato un programma paterno scellerato.
Il tassista a Reggio Emilia che mi ha portato in stazione per venire a Bologna da dove scrivo e dove domani presentiamo Cose, ascoltava The dark side of the moon: è vero che è uno dei dischi più venduti di sempre, ma coi tassisti non si sa mai, a Milano ascoltano la Zanzara (ehi, ho molti amici tassisti!).
Acts of man
Midlake
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If all that grows starts to fade, starts to falter
Oh, let me inside, let me inside, not to wait
Let all that run through the fields through the quiet,
Go on with their, own with their own hidden ways
Strana band, i Midlake: texani, erano musicisti jazz compagni di studi che si misero in testa di provare a fare altro, superando l’abituale sdegno dei jazzisti per il resto della musica: “i jazzisti trovano il rock troppo facile da suonare” spiegò una volta il loro leader Tim Smith (che a un certo punto andò via lasciando le chiavi di casa a Eric Pulido, quello nella foto). Per tenersi sul più difficile si fecero tentare dal prog-rock-folk britannico e dalle sue evoluzioni, e le due band che citarono di più come modello furono i Jethro Tull e i Radiohead. Nel primo decennio di questo millennio infilarono due dischi che andarono molto bene, di sapienza strumentale e dolcezze corali. Potete provare questa e questa, anche. Il disco del 2010 cominciava con Acts of man, che Smith spiegò non voler essere una cosa ambientalista come sembra (“non è che sia un attivista, butto la spazzatura nei bidoni giusti, tutto lì”) ma più sui danni che gli uomini fanno alle cose belle del passato, e su come un po’ tutto peggiori col tempo: una cosa nostalgica, insomma, di quelle nostalgie delle cose che non hai conosciuto. Suona bene, comunque: comunque la sentiate.
When all newness of gold travels far from
Where it had once been,
Born like the earth over years
And when the acts of man
‘Cause the ground to break open
Oh, let me inside, let me inside, not to wait
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