Un’altra canzone dei Van der Graaf generator

Da mercoledì e battagliera

(ANSA-DPA)
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Il bassista dei Dire Straits John Illsley ha raccontato un po’ di cose su un noto inciampo diplomatico di tre anni fa, quando Mark Knopfler – leader della band – decise di ignorare la cerimonia di ingresso nella “Rock and Roll Hall of Fame” (una baracconata molto seguita e celebrata nella musica americana: prendono dei musicisti di lungo corso e li dichiarano “da museo”, in sostanza). Il resto della band andò, ma nessuno li presentò e non suonarono niente, diversamente dalla consuetudine. Illsley dice che a Knopfler non piacque la gestione “politica” della cosa, ma non è ancora chiarissimo come andò.
Paulina Porizkova, una delle più famose e importanti “supermodel” degli anni Ottanta, ha risolto le sue questioni con la gestione dell’eredità del suo ex marito Ric Ocasek, leader della band dei Cars morto due anni fa. Ocasek e Porizkova si erano separati nel 2017 e lui l’aveva esclusa dall’eredità: secondo lei non era in grado di rendersi conto delle conseguenze.
Nel trailer del nuovo film sulle sorelle Williams si sente meglio la nuova canzone di Beyoncé, scritta apposta.

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Van der Graaf generator

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C’era questa band nata nel 1967 a Manchester, e di cui il musicista che rimase più famoso era Peter Hammill, che poi fece cose egregie anche da solo e ora ha 72 anni: quello nella foto. Si chiamavano Van der Graaf generator (il “generatore di Van de Graaff” è in effetti un generatore inventato da un fisico americano).

Questo e altro più approfondito l’avevo scritto la prima volta che parlammo dei Van der Graaf generator, la primavera scorsa, per una canzone lenta e sofferente. Questa invece è da mercoledì e battagliera, tanto che nella sua versione originale fu usata per diversi anni (tra i Sessanta e i Settanta) come sigla di apertura e chiusura dei programmi radio di BBC. E la versione originale era stata composta nientemeno che da George Martin – musicista di molte imprese, la più celebre delle quali lo ha fatto conoscere come “il quinto Beatles” – a cui BBC la commissionò per il lancio dei suoi due nuovi canali radiofonici.

Ne uscì una cosa strumentale metà orchestrale e metà rock, ovvero i due ingredienti principali del “progressive rock” di cui i Van der Graaf Generator furono tra i più esemplari rappresentanti: loro se la presero come divertissement da prove da concerto, poi la fecero dal vivo per un po’, e infine la misero in un 45 giri nel 1971: andò forte soprattutto in Italia, dove il “prog” ha sempre avuto un fandom maggiore che ovunque. Ed è ancora piuttosto travolgente.

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