La Russia sta ricattando la Moldavia?
Ha tagliato le forniture di gas naturale: per tornare alla normalità chiede che il governo moldavo si allontani dall'Unione Europea
Il governo della Moldavia sostiene di essere vittima di un ricatto da parte della Russia che riguarda le forniture di gas naturale. Al momento la Russia è l’unico fornitore di gas della Moldavia: a settembre aveva ridotto di un terzo la quantità di gas che faceva arrivare nel paese, e in questi giorni sta chiedendo prezzi molto alti per rinnovare il contratto in vigore, che scade alla fine di ottobre. La Russia ha giustificato il suo comportamento con l’aumento dei prezzi dell’energia che riguarda da settembre un po’ tutto il mondo. Il governo moldavo ritiene invece che la Russia lo stia punendo per il suo recente avvicinamento all’Unione Europea.
Quello che sta accadendo sembra essere l’ennesima prova dell’uso da parte della Russia delle proprie riserve di gas come “arma politica” per influenzare i paesi europei.
Per molti anni la Moldavia, con i suoi 3 milioni circa di abitanti, era rimasta sotto la forte influenza russa, anche dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, di cui il paese faceva parte. Di recente però il governo moldavo ha iniziato un progressivo avvicinamento all’Unione Europea e alle elezioni politiche del 2021 il partito filo-europeo Azione e Solidarietà è riuscito a ottenere la maggioranza in parlamento. Da dicembre del 2020, inoltre, la presidente del paese è Maia Sandu, ex dirigente della Banca Mondiale e convinta filo-europeista.
La Russia sembra percepire questa nuova tendenza in Moldavia come una minaccia.
Secondo il Financial Times, nei negoziati ancora in corso tra governo moldavo e governo russo sul contratto per la vendita di gas, funzionari della compagnia statale russa Gazprom avrebbero promesso di ridurre il prezzo delle forniture di gas se la Moldavia avesse accettato di indebolire il proprio accordo commerciale con l’Unione Europea, entrato in vigore nel 2016. «Il Cremlino vuole punire i moldavi per aver votato contro i partiti filorussi. È una questione puramente politica», ha detto a BBC News Sergiu Tofilat, ex consulente sulle questioni energetiche per l’amministrazione moldava.
La Moldavia si trova in una posizione molto scomoda. Al momento riesce a produrre all’interno del proprio territorio soltanto il 20 per cento dell’energia di cui ha bisogno. Il restante 80 viene prodotto da una centrale elettrica russa che si trova in Transnistria, lo stato separatista autoproclamatosi indipendente agli inizi degli anni Novanta e da allora governato di fatto da un’amministrazione autonoma filo-russa non riconosciuta dalla comunità internazionale. Gazprom chiede anche che la Moldavia saldi un debito di circa 610 milioni di euro accumulato a partire dal 1994, di cui il paese contesta la legittimità.
La Moldavia sta provando da anni a diventare sempre più indipendente dalla Russia dal punto di vista dell’energia, con molte difficoltà.
Euronews racconta che dal 2015 è attivo un gasdotto che collega il territorio moldavo con la Romania, un paese che fa parte dell’Unione Europea, ma al momento soddisfa soltanto il fabbisogno di gas di una piccola città di confine, Ungheni. Soltanto due giorni fa la Moldavia ha importato la prima partita di gas naturale non proveniente dalla Russia (la prima nella sua breve storia): è arrivata dalla società polacca PGNiG, che ha fornito circa un milione di metri cubi di gas (circa un duecentesimo del fabbisogno giornaliero medio di gas in Italia).
Mercoledì la Commissione Europea ha fatto sapere che verserà 60 milioni di euro alla Moldavia per aiutarla a comprare gas naturale, ma si tratta di una piccola parte dei soldi di cui il paese avrebbe bisogno per sganciarsi definitivamente dalla Russia.
Non è chiaro come la Moldavia possa trovare una soluzione in tempi brevi.
Alcuni esperti fanno notare che la sua situazione, su scala diversa, è simile a quella in cui si troverà nei prossimi mesi l’Unione Europea: con i prezzi dell’energia altissimi per ragioni contingenti, la Russia potrebbe arbitrariamente ricattare i paesi europei chiedendo favori politici in cambio di prezzi vantaggiosi sulle forniture di gas naturale. L’Unione Europea non è ai livelli della Moldavia ma dipende comunque in gran parte dalla Russia per soddisfare la propria domanda di gas: si stima che il 40 per cento del gas che i paesi europei importano ogni anno da paesi stranieri sia fornito da Gazprom.
Negli ultimi anni il legame in materia di energia fra la Russia e alcuni paesi europei è persino stato rafforzato, come testimonia la costruzione del controverso gasdotto Nord Stream 2 che collegherà direttamente la Russia alla Germania.
– Leggi anche: Cos’è il Nord Stream 2
L’Unione Europea potrebbe avere comunque qualche strumento in più per contrastare eventuali strette della Russia. Politico scrive che la Commissione Europea ha iniziato a raccogliere prove del fatto che Gazprom eserciti di fatto un monopolio in diversi paesi europei. Nel 2018 una decisione della Commissione Europea sul modello di business di Gazprom aveva già spinto l’azienda statale russa a cambiare alcune pratiche commerciali, ritenute sleali dalle autorità europee.