I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
C'è stato un significativo aumento dei contagi, soprattutto nella provincia di Trieste, mentre il numero dei decessi è rimasto stabile
Nell’ultima settimana in Italia c’è stata una significativa crescita dei contagi: sono stati trovati 26.484 nuovi casi di coronavirus, il 40 per cento in più rispetto alla settimana precedente. Sono leggermente aumentati anche i nuovi ingressi in terapia intensiva, mentre il numero dei decessi è rimasto stabile. Sono stati scoperti nuovi casi soprattutto in alcune zone del paese, come le regioni del Nord Est, e in particolare a Trieste, la provincia con l’incidenza più alta negli ultimi sette giorni.
In generale, sembra che dopo un calo durato quasi due mesi ci sia una maggiore diffusione del coronavirus, ma al momento non è semplice interpretare i dati perché sono influenzati da una serie di novità rispetto al passato.
La principale novità è stata l’aumento del numero di tamponi eseguiti in seguito all’introduzione dell’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori. Oltre alla vaccinazione e alla guarigione recente, il certificato può essere ottenuto anche in seguito a un tampone negativo.
Come si può osservare dal grafico, rispetto a una media di 1,9 milioni di tamponi eseguiti ogni settimana, negli ultimi quattordici giorni c’è stata una crescita notevole: dal 14 al 20 ottobre ne sono stati eseguiti 3 milioni, negli ultimi sette giorni 3,3 milioni.
Per evitare, almeno in parte, che la crescita dei tamponi influenzi in modo artificioso l’andamento dei contagi si può guardare al tasso di positività dei tamponi.
Il tasso di positività dei tamponi è la percentuale di tamponi che risultano positivi sul totale di quelli fatti. In linea generale, se questa percentuale è bassa è un buon indizio che i contagi siano sotto controllo e che si stanno facendo abbastanza test. Se inizia a superare una certa soglia, indicativamente il 5 per cento, ci sono buone ragioni per preoccuparsi che qualcosa stia andando storto.
Dalla metà di ottobre il tasso di positività dei tamponi molecolari è tornato a crescere dopo il calo avvenuto dalla metà di agosto, quando era aumentato a causa dell’ondata estiva che aveva colpito soprattutto alcune regioni del Sud. Al momento è leggermente inferiore al 4 per cento. Il tasso di positività dei tamponi antigenici, il tipo di tamponi più usato per ottenere il Green Pass, è invece molto basso, al di sotto dello 0,1 per cento.
Trieste è stata la provincia con l’incidenza settimanale più alta: sono stati trovati 229 contagi ogni 100mila abitanti. È anche la provincia dove nelle ultime settimane sono state organizzate molte proteste contro il Green Pass, con manifestazioni nelle piazze e cortei. Proprio tra i manifestanti è stato scoperto uno dei focolai che hanno causato l’aumento dei contagi. «Il numero di casi è in rapida evoluzione», ha detto l’epidemiologo Fabio Barbone dell’istituto Burlo Garofolo di Trieste che guida la task force regionale. «Questi dati per me sono solo la punta dell’iceberg. Attendiamo ancora di scoprire il numero di casi a Udine e Pordenone. Tali contagi sono frutto di contatti stretti, a meno di un metro. A contribuire canti e urla».
Le altre due province in cui è stata superata la soglia di 100 contagi settimanali ogni 100mila abitanti sono Vibo Valentia, dove l’incidenza è stata di 130, e la provincia autonoma di Bolzano con 102 casi ogni 100mila abitanti negli ultimi sette giorni.
Il dato dei decessi – che è bene ribadire: alcuni vengono comunicati dalle Regioni anche dopo settimane o mesi – è stabile da tre settimane: ne sono stati segnalati 266, uno in meno rispetto alla settimana dal 14 al 20 ottobre. Non sono stati segnalati decessi in Molise, Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Bolzano.
Anche nell’ultima settimana la percentuale di occupazione delle terapie intensive di pazienti malati di COVID-19 è stata inferiore al 10 per cento in tutte le regioni. Il 10 per cento è una delle soglie di allerta fissate dal ministero che regolano il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla, insieme alla percentuale di occupazione dei reparti ordinari e all’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti.
In totale ci sono stati 162 nuovi ingressi in terapia intensiva, il 10,2 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. La situazione negli ospedali sembra essere sotto controllo, anche se sarà importante osservare l’andamento dei ricoveri nelle prossime settimane.
Come è già successo nelle prime tre ondate dell’epidemia, l’andamento dei ricoveri in terapia intensiva segue quello dei contagi in ritardo di una decina di giorni. Ma rispetto al passato c’è la protezione contro le forme gravi del COVID-19 garantita dai vaccini contro il coronavirus. Per questo nelle prossime settimane sarà importante continuare a osservare l’andamento dei ricoveri.
I dati di efficacia del vaccino vengono aggiornati ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità che li diffonde nel bollettino di sorveglianza divisi per fasce d’età.
Il confronto tra l’andamento di contagi, ricoveri e decessi del 2021 rispetto a quello del 2020 è significativo. Come si può vedere dal grafico, al momento la crescita è contenuta rispetto a quella avvenuta nell’autunno dello scorso anno, nonostante già da mesi in tutta Europa sia prevalente la variante delta, più contagiosa rispetto alla versione originale del coronavirus.
Finora in Italia 46,6 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste quasi 44,6 milioni risultano completamente vaccinate. Il 78,6 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 75,2 per cento ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’89,5 per cento delle dosi disponibili.
Il numero delle prime dosi è diminuito nonostante l’esteso obbligo del Green Pass, che secondo il governo avrebbe portato più persone a vaccinarsi. Crescono, invece, le somministrazioni delle terze dosi che al momento sono riservate alle persone anziane, ai cosiddetti fragili e al personale sanitario.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.