Le accuse contro Bolsonaro per la sua gestione della pandemia
Una commissione del Senato ha chiesto che il presidente brasiliano venga incriminato per nove reati, tra cui "crimini contro l'umanità"
Martedì una commissione d’inchiesta del Senato brasiliano ha approvato una relazione in cui ha raccomandato l’incriminazione del presidente Jair Bolsonaro per la sua gestione della pandemia da coronavirus. Secondo la relazione, la risposta del governo brasiliano alla pandemia sarebbe stata largamente inadatta, dettata da impreparazione e teorie poco scientifiche, e avrebbe anche aumentato i pericoli per la salute pubblica.
La relazione, lunga più di 1.200 pagine e approvata con 7 voti a favore e 4 contrari, accusa Bolsonaro di essere responsabile di nove reati, tra cui crimini contro l’umanità, falsificazione di documenti, uso irregolare di denaro pubblico e violazione delle misure sanitarie.
Tra i reati ipotizzati c’è anche quello di “responsabilità”, che secondo una legge del 1950 si applica quando il presidente viola l’onore della sua carica o lede i diritti individuali del popolo. La relazione sostiene che Bolsonaro avrebbe commesso questo reato con la sua «costante minimizzazione della gravità del COVID-19» e sostenendo trattamenti medici che non avevano l’approvazione delle autorità sanitarie. Il governo brasiliano avrebbe infatti provato a far modificare i documenti relativi all’idrossiclorochina, un antimalarico testato a inizio pandemia e poi sostanzialmente abbandonato a causa dei suoi effetti deludenti, per far risultare che fosse efficace contro il COVID-19 e che quindi si potesse utilizzare per curare la malattia.
Il documento ora verrà sottoposto al procuratore generale del Brasile, Augusto Aras, che dovrà decidere se incriminare Bolsonaro. Aras, che era stato nominato direttamente dal presidente nel 2019, è considerato politicamente vicino a Bolsonaro, e ci sono buone possibilità che non accolga le richieste della commissione.
Solo uno dei reati non verrà sottoposto al procuratore generale, quello di responsabilità: in questo caso, infatti, la legge prevede che la richiesta debba essere valutata dal presidente della Camera, che potrebbe aprire una procedura di impeachment nei confronti del presidente. Sembra comunque improbabile che succeda. La Camera è infatti presieduta da Artur Lira, del Partito Progressista, alleato del governo, che finora non ha approvato nessuna delle oltre 100 richieste di impeachment presentate negli ultimi anni contro Bolsonaro.
Oltre a quella di Bolsonaro la commissione ha chiesto l’incriminazione di altre 77 persone e di due società: tra gli altri ci sono quattro ministri, una decina di parlamentari, consiglieri e funzionari pubblici e tre figli del presidente, il senatore Flavio, il deputato Eduardo e il consigliere di Rio de Janeiro Carlos.
Nella relazione si accusa Bolsonaro di aver agito consapevolmente e sistematicamente contro gli interessi del Brasile, di aver collaborato alla propagazione del COVID-19 nel paese, di essere stato responsabile di gravi errori nella gestione della pandemia e di aver incoraggiato la popolazione brasiliana a esporsi al contagio senza usare protezioni.
Il relatore del rapporto, il senatore Renan Calheiros del partito di centro Movimento Democratico Brasiliano, ha commentato l’approvazione del documento dicendo che «il caos del governo di Jair Bolsonaro entrerà nella storia come il livello più basso della miseria umana». Nel rapporto si dice anche che «l’intera popolazione è stata sottoposta agli effetti della pandemia, con l’intento di raggiungere l’immunità di gregge tramite i contagi, e salvare così l’economia», in un tentativo consapevole di diffondere la malattia.
Fin dall’inizio della pandemia, Bolsonaro ha ripetutamente ridicolizzato e ridimensionato la gravità del virus, rifiutandosi per esempio di indossare la mascherina durante gli eventi pubblici e criticando ampiamente governatori e sindaci che avevano imposto restrizioni. Inizialmente aveva anche preso posizione contro i vaccini (dicendo tra le altre cose che avrebbero potuto trasformare le persone in coccodrilli), e solo negli ultimi sei mesi, a causa delle pressioni di gran parte dell’opinione pubblica brasiliana, ha cominciato a sostenerli pubblicamente.