Richard Gere testimonierà su Open Arms perché «in cerca di visibilità», dice Giorgia Meloni
L'attore americano, famosissimo da circa quarant'anni, parteciperà a dicembre al processo in cui è imputato Matteo Salvini
Domenica la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato la partecipazione dell’attore statunitense Richard Gere come testimone al processo sul caso Open Arms, l’ong spagnola a cui, nel 2019, l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini – accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio – impedì di attraccare a Lampedusa dopo aver salvato 147 migranti nel Mediterraneo. La prima udienza è prevista per il 17 dicembre e Gere testimonierà sulle condizioni a bordo della nave, sulla quale era salito quando era al largo di Lampedusa, in una delle sue iniziative umanitarie. Meloni ha scritto:
«Quanto è credibile una Nazione nella quale si consente a un attore in cerca di visibilità di testimoniare contro un ex ministro della Repubblica deridendo le nostre istituzioni?»
Le parole di Meloni hanno suscitato una certa ironia sui social network, visto che Gere è un attore famosissimo da alcuni decenni e quindi sembra poco plausibile cerchi «visibilità» col processo. Peraltro è noto da sempre per il suo coinvolgimento in cause benefiche e umanitarie di vario tipo (ha anche aperto una fondazione a suo nome, la Gere Foundation).