I vichinghi erano in America esattamente 1000 anni fa
Un nuovo studio ha datato con estrema precisione gli alberi ritrovati in un sito canadese, di oltre quattro secoli precedenti a Colombo
Mercoledì la rivista scientifica Nature ha pubblicato uno studio che conferma che i vichinghi – nome con cui ci si riferisce agli antichi popoli scandinavi noti per l’abilità nella navigazione – avevano raggiunto il continente americano, e ne individua con precisione anche il periodo. Grazie a una nuova tecnica di datazione, lo studio ha concluso che i vichinghi erano presenti sull’isola canadese di Newfoundland nel 1021, cioè più di quattrocento anni prima che Cristoforo Colombo sbarcasse in America. Studi precedenti avevano ipotizzato una datazione simile ma più approssimativa, facendo risalire le esplorazioni vichinghe tra il 990 e il 1050, e senza presentare nessuna prova scientifica.
Lo studio è stato fatto a L’Anse aux Meadows, nella provincia più orientale del Canada. È l’unico sito archeologico in America riconosciuto come insediamento dei vichinghi, noto fin dagli anni Sessanta del Novecento. Nel 1978 entrò a far parte dei siti UNESCO, ma fino a oggi non si sapeva con precisione a quale periodo risalisse (la cosiddetta “età dei vichinghi” va grossomodo dall’ottavo all’undicesimo secolo).
Come racconta lo studio di Nature, a cui hanno partecipato 13 ricercatori e ricercatrici di varie università, «gran parte delle precedenti stime era basata su analisi dello stile dei resti architettonici e di una manciata di manufatti, oltre che su interpretazioni delle Saghe degli Islandesi, storie orali che furono scritte solamente diversi secoli dopo».
Una stima più solida dal punto di vista scientifico era stata tentata con la misurazione al radiocarbonio, una tecnica che utilizza il carbonio-14 – un isotopo radioattivo del carbonio – per individuare l’età dei materiali organici come legno o fossili. Ma queste misurazioni non si erano dimostrate molto utili, perché era emersa una gamma di possibili datazioni troppo ampia, che non restringeva di molto il campo all’interno dei secoli di espansione vichinga.
La tecnica usata dai ricercatori e dalle ricercatrici dello studio per individuare una data più precisa è piuttosto complessa. Si basa su un metodo di misurazione simile a quello del carbonio-14, ma con strumenti più sofisticati che permettono di datare in maniera più precisa e con meno campioni a disposizione. Prendendo come punto di partenza la tempesta solare del 993, che causò un sensibile aumento della produzione di carbonio-14 negli organismi a causa delle radiazioni cosmiche, i ricercatori hanno potuto individuare con esattezza la data in cui il legno di certi manufatti vichinghi fu ricavato dagli alberi. Di certi esemplari si può individuare persino che stagione fosse quando furono abbattuti.
L’anomalia nella produzione di carbonio-14 causata dalla tempesta solare negli alberi si può riscontrare anche negli anelli del legno che ne stabiliscono l’età. «Una volta individuato l’anello che contiene l’anomalia, non resta che contare gli altri anelli fino alla corteccia», punto che segna il momento in cui l’albero fu abbattuto. Le misurazioni dello studio hanno avuto lo stesso risultato su tre esemplari di tre alberi diversi: tutti indicano l’anno 1021.
«Il nostro risultato costituisce l’unica datazione certa della presenza di europei al di là dell’Atlantico prima dei viaggi di Colombo. Inoltre, il fatto che i risultati su tre alberi differenti convergano sullo stesso anno è notevole e inaspettato» dice lo studio.
L’età vichinga è da sempre molto studiata in Occidente, non solo nei paesi scandinavi ma anche nell’Europa continentale che è da sempre affascinata dai miti e dalle leggende norrene (aggettivo che si usa per indicare la cultura dei popoli scandinavi di quel periodo). Il termine “vichingo” deriva da vik, che in norreno significa “fiordo” o “piccola baia”, ovvero i luoghi dove tradizionalmente abitavano i vichinghi, tra le aride montagne dell’entroterra e il mare del Nord.
Proprio la vicinanza al mare portò i vichinghi a sviluppare una delle loro abilità più note, cioè la costruzione di grandi navi agili ma robuste, che permisero loro di attraversare l’oceano. L’altra caratteristica per cui vengono spesso ricordati è la loro potenza militare e la loro stazza ben più grossa dei più piccoli europei continentali, che infatti erano spaventati da questi possenti guerrieri con la carnagione molto più chiara rispetto alla loro. Il timore e il disprezzo nei loro confronti erano dovuti anche al fatto che nel corso delle loro numerose campagne militari depredarono e violarono diversi monasteri religiosi, anche importanti.
Una delle scorribande più note dei vichinghi è quella al monastero dell’isola di Lindisfarne, al largo della costa nord-orientale dell’Inghilterra, avvenuta nel 793 e ricordata per la sua violenza e per la notevole impressione che suscitò nelle personalità dell’epoca. Alcuino di York, teologo e consigliere di Carlo Magno, descrisse l’evento scrivendo in alcune lettere che la chiesa «era cosparsa di schizzi di sangue dei sacerdoti, spogliata di tutti i suoi ornamenti» e che i «pagani calpestarono i corpi dei santi nel tempio di Dio, come se fossero sterco lungo la strada».
Riguardo ai vichinghi, nelle epoche successive si diffusero anche alcuni falsi storici. Uno di questi è il classico elmo con le corna bovine, che nell’immaginazione collettiva leghiamo ai vichinghi ma che nessuno di loro, probabilmente, indossò mai in battaglia.
Lo studio di Nature, oltre ad aggiungere elementi nuovi sull’esplorazione vichinga oltreoceano, stabilisce un importante precedente nel metodo con cui la ricerca è stata condotta: «Il nostro studio dimostra il potenziale dell’anomalia del 993 nell’individuare le datazioni delle migrazioni e delle interazioni culturali nel passato. Insieme ad altri eventi cosmici, questo elemento così distintivo permetterà di datare con esattezza molti altri contesti archeologici e ambientali».
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