Come ha fatto la Roma a perdere 6-1 contro una squadra norvegese
Ieri in un piccolo e freddo stadio oltre il circolo polare artico è stata sbaragliata dal Bodø/Glimt, alla sua prima fase a gironi europea
Giovedì sera a Bodø, città norvegese oltre il circolo polare artico, la Roma ha subito una delle sconfitte più clamorose della sua storia. Nel terzo turno di UEFA Conference League, in un freddissimo stadio da meno di 9mila posti, è stata battuta 6-1 dal Bodø/Glimt, squadra vincitrice dell’ultimo campionato norvegese alla sua prima partecipazione alla fase a gironi di una coppa europea.
Nella sua storia recente la Roma si è caratterizzata come una squadra umorale e molto discontinua, e le larghe sconfitte in Europa non sono una novità. Sono passati infatti pochi mesi dal 6-2 subito a Manchester contro lo United nelle semifinali di Europa League, e a Manchester è legata un’altra storica sconfitta, quella per 7-1 del 10 aprile 2007.
Da allora ce ne erano state altre, come il 7-1 subito in casa contro il Bayern Monaco, esattamente sette anni fa (era il 21 ottobre 2014) o l’altro 7-1 subito nel 2019 a Firenze in Coppa Italia. Ma la sconfitta in Norvegia, proprio perché arrivata contro una squadra minore e in modo completamente inaspettato, ha provocato un gran subbuglio e rischia di avere effetti anche sul resto della stagione.
A Bodø la partita ha preso una brutta piega fin dai primi minuti. Con temperature intorno allo zero e una formazione iniziale composta quasi completamente da riserve, giovani e giocatori fin qui poco utilizzati, la Roma ha subito due gol nei venti minuti iniziali con due incursioni che hanno evidenziato l’aggressività dei norvegesi, in entrambi i casi arrivati in area di rigore con ben cinque giocatori.
I due gol hanno messo subito in difficoltà l’organizzazione difensiva, ma alla mezzora di gioco un gol di Carles Perez su lancio in area di rigore era sembrato riportare la Roma in partita.
Nell’intervallo Mourinho ha provato a reagire facendo entrare due titolari tra il centrocampo e la trequarti, Cristante e Mkhitaryan, e un attaccante spesso utilizzato a partita in corso, Shomurodov. A pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, però, il Bodø ha segnato il terzo gol con un’altra azione rapida arrivata fin dentro l’area e non fermata dalla difesa.
Il terzo gol ha spinto Mourinho a fare le due sostituzioni rimanenti, mandando in campo altri due titolari: Abraham e Pellegrini al posto di El Shaarawy e Diawara. Ma sotto di due gol, con la difesa in grande difficoltà e una squadra sbilanciata in attacco per provare a riprenderla, nell’ultima mezzora di gioco la Roma si è snaturata e ha subito quasi inerme altri tre gol tra il settantesimo e l’ottantesimo minuto.
Per Mourinho è stata la prima sconfitta con sei gol subiti in 1.008 partite da allenatore. Al termine dell’incontro ha detto: «La responsabilità è mia. Ho fatto giocare gente che ha giocato meno, ho deciso di fare questi cambi e di farne riposare tanti. Alla fine abbiamo perso contro una squadra che ha più qualità di noi. Il Bodø ha più qualità della squadra con cui abbiamo iniziato la partita. Semplice».
Mourinho ha detto di aver sopravvalutato le sue riserve e sottostimato il Bodø, che nonostante la minor qualità è pur sempre un gruppo che nel 2020 è stato in grado di vincere il campionato nazionale (il primo della sua storia) e che probabilmente lo vincerà anche quest’anno.
Per la Roma non sarà facile riscattarsi da questa sconfitta. In campionato, dopo la sconfitta di Torino contro la Juventus, domenica ospiterà all’Olimpico il Napoli, che è primo in classifica dopo aver vinto tutte le prime otto partite della stagione.