I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
Sono aumentati notevolmente i tamponi dopo l'obbligo del Green Pass, mentre i dati di contagi, ricoveri e morti sono rimasti stabili
Il dato più interessante dell’ultima settimana riguarda i tamponi, che hanno fatto registrare un notevole aumento: ne sono stati fatti oltre tre milioni, per la precisione 3 milioni 51 mila e 734, un record da quando si raccolgono e analizzano i dati dell’epidemia.
L’aumento è stato causato dall’introduzione dell’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori (l’obbligo è entrato in vigore venerdì 15 ottobre). Oltre alla vaccinazione e alla guarigione recente, il certificato può essere ottenuto anche in seguito a un tampone negativo: le richieste sono cresciute in modo significativo perché moltissimi lavoratori – è complesso stimare quanti – non sono vaccinati. Sono aumentate anche le persone testate per la prima volta, 506mila, il 44 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.
Questo grafico mostra l’andamento dei Green Pass rilasciati in seguito a tampone, vaccinazione e guarigione. Come si può vedere, c’è stato un aumento consistente dei certificati ottenuti dopo un tampone negativo.
Nonostante il considerevole aumento dei tamponi, che ha ampliato le possibilità di individuare il virus anche tra le persone asintomatiche, l’andamento dei contagi sembra essere sotto controllo. Negli ultimi sette giorni sono stati trovati 18.802 nuovi casi di coronavirus, il 5,9 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti, ma con il numero dei tamponi eseguiti quasi raddoppiato.
Non ci sono situazioni preoccupanti nemmeno a livello regionale: oggi tutte le regioni sono in zona bianca.
Nell’ultima settimana il dato dei decessi – che comunque vengono comunicati a volte anche dopo settimane o mesi – è stato stabile rispetto ai sette giorni precedenti: ne sono stati segnalati 267, tre in più rispetto alla settimana dal 7 al 13 ottobre. L’unica regione in cui non ci sono stati morti è la Valle d’Aosta. La Sicilia ha avuto la più alta incidenza settimanale di decessi rispetto alla popolazione – 0,9 morti ogni 100mila abitanti, come nei sette giorni precedenti – seguita dal Friuli Venezia Giulia e dal Lazio con 0,7 morti ogni 100mila abitanti.
La percentuale di occupazione delle terapie intensive di pazienti malati di COVID-19 è stata inferiore al 10 per cento in tutte le regioni. Il 10 per cento è una delle soglie di allerta fissate dal ministero che regolano il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla, insieme alla percentuale di occupazione dei reparti ordinari e all’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti.
In Abruzzo, Basilicata, Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Trento non ci sono stati nuovi ingressi in terapia intensiva. In totale i nuovi ingressi sono stati 147, il 14,8 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.
Anche il confronto dell’andamento giornaliero tra il 2020 e il 2021 è significativo. Nonostante la variante delta, ora prevalente in Italia e più contagiosa rispetto alla versione originale del coronavirus, le curve di contagi, ricoveri e morti sono molto più basse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La differenza, un segnale piuttosto incoraggiante, è dovuta principalmente all’efficacia dei vaccini contro il coronavirus.
I dati di efficacia del vaccino vengono aggiornati ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità che li diffonde nel bollettino di sorveglianza. In tutte le fasce d’età, l’efficacia della vaccinazione contro il decesso è al 94,3 per cento. Significa che le persone vaccinate con doppia dose hanno un rischio inferiore del 94,3 per cento di morire per la COVID-19 rispetto alle persone non vaccinate.
Finora in Italia 46,4 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste quasi 44,1 milioni risultano completamente vaccinate. Il 78,2 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 74,5 per cento ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’88,4 per cento delle dosi disponibili.
Nonostante l’introduzione dell’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori, che secondo il governo avrebbe spinto più persone a vaccinarsi, il cosiddetto “effetto Green Pass” è stato piuttosto contenuto. Come si può vedere dal grafico, il numero delle prime dosi è leggermente aumentato dopo l’annuncio del governo, poi la curva si è abbassata. Al momento vengono somministrate più terze dosi piuttosto che prime dosi.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.