La Camera statunitense ha votato per ritenere Steve Bannon penalmente responsabile per essersi rifiutato di testimoniare a un’inchiesta sull’attacco al Congresso
La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato per ritenere Steve Bannon, ex consigliere e stratega del presidente statunitense Donald Trump e noto attivista di estrema destra, penalmente responsabile del reato di oltraggio al Congresso a causa del suo rifiuto di testimoniare davanti alla commissione d’inchiesta della Camera che sta indagando sull’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso. La testimonianza di Bannon era stata richiesta dalla commissione insieme a quella di altre persone vicine a Trump.
Mercoledì la commissione, composta da sette Democratici e due Repubblicani, aveva votato all’unanimità per raccomandare alla Camera di incriminare Bannon: la Camera ha quindi approvato la raccomandazione con 229 voti favorevoli e 202 contrari. Ai Democratici si sono uniti anche nove deputati Repubblicani. Ora il dipartimento di Giustizia dovrà decidere se incriminare ufficialmente o meno Bannon. In caso di processo, se condannato, rischierebbe fino a dodici mesi di carcere.
Bannon era stato il responsabile della campagna elettorale di Trump in vista delle elezioni presidenziali del 2016. Nel 2017 fu nominato principale stratega della Casa Bianca, ma dopo vari screzi con il presidente e con alcuni membri della sua amministrazione era stato allontanato. Nel 2020 però, durante gli ultimi mesi della presidenza di Trump, Bannon si era riavvicinato a lui, e secondo la commissione d’inchiesta della Camera lo aveva sostenuto nei suoi tentativi di ribaltare il risultato delle elezioni.
Bannon ha giustificato il suo rifiuto di testimoniare sostenendo che le comunicazioni che coinvolgono il presidente degli Stati Uniti siano protette dal “privilegio esecutivo” (“executive privilege”), il diritto presidenziale a non rivelare determinati argomenti al Congresso.