Quali cantanti hanno il vocabolario più vario
Il sito WordTips ha misurato quante parole uniche compaiono nel repertorio degli artisti anglosassoni più famosi, del passato e di questi anni
Il sito WordTips, che fornisce strumenti online per generare parole e anagrammi in lingua inglese, ha utilizzato una serie di risorse esterne fornite da servizi musicali per misurare la varietà del lessico utilizzato da cantautori e cantautrici “contemporanei” di lingua inglese, nella scrittura dei testi delle loro canzoni, e confrontarla con la varietà lessicale dei migliori e delle migliori cantanti di tutti i tempi provando a stabilire quale dei due gruppi «abbia il vocabolario più ampio».
È emersa una sostanziale prevalenza di cantanti del passato, nel gruppo di quelli che hanno utilizzato più parole diverse nei testi delle loro canzoni, sebbene i risultati siano nel complesso abbastanza disomogenei e si prestino a letture su più livelli.
La lista dei migliori e delle migliori cantanti di sempre è stata ricavata utilizzando la classifica dei primi 100 compilata dalla celebre rivista Rolling Stone consultando 179 esperti. Per formare l’elenco dei cantanti e delle cantanti contemporanee è stato invece considerato come criterio di selezione la quantità di ascolti ottenuti sulla piattaforma Spotify e registrata dal sito di analisi di dati musicali Kworb. La raccolta dei dati arriva fino a maggio 2021: non sono quindi considerate le canzoni pubblicate successivamente. Per i cantanti che fanno parte di gruppi musicali sono state analizzate sia le canzoni di cui risultano autori unici sia quelle di cui risultano coautori insieme ad altri componenti del gruppo.
Per ottenere il quoziente di varietà lessicale relativo a ogni singolo o singola cantante è stata calcolata la quantità di parole uniche, nel senso di usate una sola volta in tutto il proprio repertorio, per ogni mille parole dei testi di tutte le canzoni da loro scritte e pubblicate. Nell’analisi sono stati inclusi soltanto autori e autrici originali di almeno 25 canzoni. Patti Smith è risultata la cantautrice con il punteggio nettamente più alto (217 parole uniche ogni 1.000), avendo utilizzato 2.669 parole uniche su un totale di 12.291 parole. Nel gruppo dei contemporanei e delle contemporanee la cantautrice con il vocabolario più esteso è Billie Eilish (169/1.000), quinta in generale dopo Patti Smith, Joni Mitchell (199), Björk (197) e Jim Morrison (177).
Tra le 17.667 canzoni analizzate in totale, “The Murder Mystery” dei Velvet Underground è quella che contiene più parole uniche (639). È una canzone del loro terzo disco, uscito nel 1969, in cui due testi differenti si sovrappongono (un testo proviene da un canale stereo e l’altro testo dall’altro). I cantanti con il lessico meno vario in assoluto sono risultati il cantante soul e R&B Luther Vandross e, nel gruppo dei contemporanei, il cantante R&B Trey Songz. Tra i 50 cantautori e cantautrici con la varietà lessicale maggiore soltanto 15 sono contemporanei.
In generale le differenze sono meno marcate: entrambi i gruppi hanno un numero simile di autori e autrici con più di 100 parole uniche ogni 1.000, ma i contemporanei hanno una media di 107 parole uniche e quelli del passato una media di 124. WordTips suggerisce come chiave di lettura la possibilità che i contemporanei, rispetto a quelli del passato, siano meno inclini a richiedere la collaborazione di cantautori professionisti e parolieri.
La scelta di considerare un rapporto, anziché il numero complessivo di parole utilizzate una sola volta, determina risultati per alcuni aspetti sorprendenti anche all’interno dei gruppi: cantanti noti per la ricercatezza dei testi, cioè, possono essere preceduti in classifica da colleghi meno considerati da questo punto di vista, perché i loro vocaboli unici sono “diluiti” in una produzione molto vasta e quindi inevitabilmente con più ripetizioni. Sulla base di questo calcolo, per esempio, Rod Stewart (137/1.000) risulta avere un vocabolario più esteso di quello di Lou Reed (131/1.000) o Bob Dylan (130/1.000).
Dylan è invece – comprensibilmente, considerata la sua vastissima produzione – il cantante con più parole utilizzate una sola volta in assoluto (12.285). Subito dopo di lui viene Prince, che è il più prolisso (142.460 parole in 479 canzoni) ma ha in assoluto uno dei coefficienti più bassi di varietà lessicale (80/1.000). Nelle prime dieci posizioni di questa lista che considera il maggior numero di parole uniche nel totale della produzione ci sono soltanto cantanti del passato (il primo contemporaneo è Pharrell Williams, dodicesimo) e soltanto uomini. WordTips attribuisce quest’ultimo aspetto al fatto che la gran parte delle canzoni analizzate è scritta da uomini.
Per fare un altro esempio di rapporto non scontato tra quantità totale di testo scritto ed estensione del vocabolario, il cantante e leader dei Radiohead Thom Yorke (151/1.000) ha scritto un numero di canzoni oltre quattro volte superiore a quelle scritte da Hank Williams, che tuttavia ha utilizzato un maggior numero di parole uniche (167/1.000). E questo, segnala WordTips, non implica necessariamente una maggior varietà di argomenti trattati, anzi: almeno una dozzina di canzoni di Hank Williams sono variazioni sul tema della solitudine, realizzate utilizzando parole di senso analogo ma diverse da “lonesome”.
In generale non emerge una relazione significativa tra varietà lessicale e popolarità o successo del cantante o della cantante. Star globali come Michael Jackson (80/1.000), Paul McCartney (83/1.000) e John Lennon (96/1.000), così come come Justin Bieber (80/1.000), Taylor Swift (86/1.000) o Beyoncé (99/1.000) nel gruppo dei contemporanei, sono tutti nella parte più bassa della classifica del vocabolario più esteso.
Si nota inoltre il fatto che nelle prime dieci posizioni del gruppo dei contemporanei, le cantanti (Billie Eilish, Lizzo, Shakira, Janelle Monáe, Lorde, Kali Uchis e Alessia Cara) siano più numerose dei cantanti (Harry Styles, Chris Stapleton e Anderson .Paak).
WordTips ha infine generato una playlist delle 20 canzoni in assoluto con più parole utilizzate una sola volta nel testo della canzone. Contiene pezzi molto lunghi come “Murder Most Foul” e “Tempest” di Bob Dylan, o “The Celebration of the Lizard” suonata dai Doors e scritta da Jim Morrison. Ma ce ne sono anche di più brevi, come le tre canzoni di Ed Sheeran, che pure non è tra i cantautori con la maggior varietà lessicale nella classifica generale (111/1.000).