Il presidente ceco è «incapace di svolgere le sue funzioni»?
Sembra di sì: Milos Zeman è in terapia intensiva, i suoi collaboratori sono indagati per avere taciuto le sue condizioni di salute
Martedì la polizia ceca ha aperto un’indagine per verificare se i collaboratori più stretti del presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, siano responsabili di eventuali reati per aver taciuto le condizioni di salute del presidente, che non lo rendono in grado di svolgere le proprie funzioni. Zeman era stato portato in ospedale domenica 10 ottobre, subito dopo le contese elezioni parlamentari del venerdì e sabato precedenti, ed è ancora ricoverato in terapia intensiva: tra le sue funzioni ci sono quelle, cruciali, di scegliere a chi affidare l’incarico di formare un nuovo esecutivo e di convocare il Parlamento.
Il fatto che Zeman non possa occuparsi dei suoi doveri costituzionali è al centro di un ampio dibattito affrontato in Senato in questi giorni e di grande attualità: in Repubblica Ceca infatti non c’è ancora un governo perché il presidente finora non ha ancora affidato a nessuno l’incarico di formarlo.
Zeman ha 77 anni, soffre di diabete e ha da tempo problemi a camminare. I medici che lo stanno curando all’ospedale militare di Praga non hanno dato dettagli sulla sua prognosi, ma le sue condizioni di salute non sembrano affatto buone.
L’indagine della polizia ruota in particolare attorno al comportamento del capo dell’ufficio di Zeman, Vratislav Mynar, che lo scorso 14 ottobre aveva accompagnato il portavoce della Camera bassa del Parlamento, Radek Vondracek, a visitarlo in ospedale. Dopo la visita, che peraltro non era stata autorizzata dal direttore dell’ospedale e medico personale di Zeman, Mynar aveva detto di aver raccolto la firma del presidente sul decreto per la convocazione del Parlamento per la prima volta dopo le elezioni, il prossimo 8 novembre.
Secondo i suoi collaboratori, il ricovero non aveva impedito a Zeman di esercitare il suo ruolo e compiere il suo dovere costituzionale. Secondo un rapporto dei medici del 13 ottobre, invece, il presidente «è incapace di svolgere le sue funzioni» e date le sue condizioni di salute «altamente incerte è improbabile che possa tornare a occuparsi di lavoro nelle prossime settimane».
Lunedì il portavoce del Senato ceco, Milos Vystrcil, ha detto che Mynar e i collaboratori di Zeman erano stati informati delle condizioni di salute del presidente il 13 ottobre e non avevano condiviso le informazioni in loro possesso con altri funzionari del governo o con il pubblico: avevano quindi rallentato e ostacolato ulteriormente il già incerto processo di formazione del governo. Adesso la polizia sta investigando le circostanze dell’incontro del 14 ottobre per accertare se siano stati compiuti «crimini contro la Repubblica» e per verificare tra le altre cose se la firma di Zeman sul documento per la convocazione del Parlamento sia stata falsificata.
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Prima delle elezioni di inizio ottobre, Zeman aveva detto che avrebbe dato l’incarico al singolo partito che avesse ottenuto più voti e non alla coalizione con il maggior numero di seggi in parlamento. Dopo, però, non era stato in grado di incaricare nessuno per via del ricovero in terapia intensiva.
Il partito più votato alle elezioni dell’8 e 9 ottobre è stato ANO, di orientamento populista e guidato dal miliardario e attuale primo ministro Andrej Babis, alleato politico di Zeman; la forza politica più votata invece è stata la coalizione di centrodestra SPOLU, che è formata da tre partiti ed è guidata dall’ex professore universitario Petr Fiala. Stando alle volontà di Zeman prima del voto, l’incarico sarebbe spettato ad ANO, ma visto che adesso è ritenuto incapace di occuparsi delle sue funzioni le cose potrebbero andare diversamente.
Dopo la diffusione del rapporto sulle condizioni di salute di Zeman – che alcuni giornali cechi imputano a complicazioni legate alla cirrosi epatica, il Senato ha cominciato a valutare la possibilità di applicare l’articolo della Costituzione che prevede di sollevare il presidente dai suoi poteri costituzionali qualora sia impossibilitato a svolgerli. In questo caso i suoi incarichi verrebbero divisi tra il primo ministro e il portavoce della Camera Bassa del Parlamento: perché la proposta passi e per capire cosa succederà, però, bisognerà aspettare la prima seduta del nuovo Parlamento a novembre.
Di recente Babis ha detto più volte che non proverà a formare un nuovo governo e che passerà all’opposizione: se gli verranno assegnate le funzioni del presidente, ci si aspetta che incaricherà di provare a formare un nuovo governo il leader di SPOLU, che nel frattempo ha avviato negoziazioni con la coalizione centrista PirStan – la terza forza politica più votata – per formare una coalizione di governo.
Nel frattempo, sia Fiala sia Babis hanno fatto pressioni affinché Mynar si dimetta. Babis in particolare ha definito il comportamento di Mynar «assolutamente inaccettabile» e ha criticato anche Vondracek, che fa parte del suo stesso partito, e che secondo lui è stato usato da Mynar come un burattino.