Gli altri risultati delle elezioni comunali
Dagli omonimi di Cosenza alle sorprese di Varese e Latina, come sono andate nei sette capoluoghi di provincia e in altre città rilevanti
I ballottaggi per le amministrative che si sono tenuti tra domenica e lunedì sono stati vinti perlopiù dal centrosinistra. Al secondo turno sono stati eletti Roberto Gualtieri a Roma e Stefano Lo Russo a Torino, che tra i capoluoghi di regione si aggiungono a Milano, Napoli e Bologna le cui elezioni erano già state decise al primo turno due settimane fa. Trieste è l’unico capoluogo di regione vinto dal centrodestra: Roberto Dipiazza farà il suo quarto mandato. Poi ci sono i capoluoghi di provincia (il centrosinistra ha vinto in sei su sette) e altre storie elettorali dalle città più piccole.
Cosenza
Ha vinto Franz Caruso, del centrosinistra, con circa 15 punti di distacco dal candidato del centrodestra Francesco Caruso, che era vicesindaco (e suo omonimo, curiosamente). Il Caruso che diventerà sindaco, e che al primo turno si era fermato al 23 per cento, al ballottaggio ha ottenuto l’appoggio di Francesco De Cicco, assessore comunale uscente che si era candidato in polemica nei confronti dell’amministrazione di centrodestra cui faceva parte, e di Bianca Rende, del Movimento 5 Stelle: al primo turno De Cicco e Rende erano arrivati al terzo e al quarto posto. Franz Caruso ha 62 anni ed è un avvocato penalista.
Caserta
Ha vinto con il 53,65 per cento dei voti Carlo Marino, del centrosinistra, sindaco uscente. Gianpiero Zinzi, avvocato, capogruppo della Lega in consiglio regionale e candidato dal centrodestra, si è fermato al 46,35 per cento. Carlo Marino ha 53 anni, è un avvocato, e dal 2019 è presidente dell’Anci Campania. Ha iniziato a fare politica con Forza Italia venendo eletto consigliere comunale e poi assessore. Dopodiché è passato con il centrosinistra, ottenendo vari incarichi all’interno del Partito Democratico locale e diventando sindaco di Caserta nel 2016.
Isernia
Al primo turno Gabriele Melogli, appoggiato da Forza Italia, UDC e Lega, ma non da Fratelli d’Italia, aveva superato di meno di 300 voti Piero Castrataro, il candidato del centrosinistra che con il 58,72 per cento ha ribaltato il risultato e ha vinto al ballottaggio. Castrataro – che aveva messo insieme PD, Movimento 5 Stelle, Partito Socialista e Sinistra Italiana, oltre alcune liste civiche – ha 46 anni ed è un ingegnere nucleare.
Benevento
È l’unica città importante che non è andata né al centrosinistra né al centrodestra. È stato infatti riconfermato con il 52,68 per cento il sindaco uscente ed ex ministro Clemente Mastella, sostenuto da molte liste civiche e un pezzo di Forza Italia: al primo turno non era stato eletto per pochissimi voti. L’avvocato Luigi Diego Perifano, del centrosinistra, si è fermato al 47,32 per cento. Mastella ha ottenuto la vittoria soprattutto grazie ai voti delle periferie e dei quartieri popolari di Benevento.
Varese
A Varese, città storicamente leghista, è stato riconfermato Davide Galimberti del centrosinistra. Galimberti era il sindaco uscente e nel 2016 era stato il primo non leghista a vincere in città: era sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle e al secondo turno ha preso il 53,2 per cento. Matteo Bianchi, ex sindaco di Morazzone, un paese della provincia, sostenuto dal centrodestra, si è fermato al 46,8 per cento.
Latina
Da Latina è arrivato un risultato piuttosto sorprendente: il sindaco uscente Damiano Coletta, il primo della città a non essere espresso dal centrodestra, ha vinto su Vincenzo Zaccheo, ex attivista del Movimento Sociale Italiano sostenuto da tutto il centrodestra, che al primo turno aveva ottenuto il 48,3 per cento dei voti. Coletta si era ricandidato con il sostegno del Partito Democratico e al ballottaggio ha ottenuto l’apparentamento formale con il Movimento 5 Stelle.
Savona
A Savona, che veniva da un’amministrazione di centrodestra, ha vinto il candidato sindaco di centrosinistra, Marco Russo. Russo, che è avvocato, ha ottenuto il 62,25 per cento, mentre Angelo Schirru, ex primario dell’Ospedale San Paolo appoggiato dal centrodestra, si è fermato al 37,75. Secondo gli osservatori, Russo ha vinto grazie alla formazione di una coalizione ampia e a un progetto per la sua candidatura che è iniziato con largo anticipo. Hanno avuto un peso anche la scelta del candidato sindaco del centrodestra arrivata molto tardi e i rapporti complicati tra Lega e Cambiamo, il partito di Giovanni Toti che è anche presidente della regione Liguria.
Altri
A San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno (Marche), al primo turno il sindaco uscente Pasqualino Piunti, sostenuto del centrodestra, aveva ottenuto il 41,56 per cento. Il centrosinistra si era presentato diviso con tre candidati diversi, e al ballottaggio ci era andato – con il 19 per cento – un imprenditore locale, Antonio Spazzafumo, che non aveva mai fatto politica e che ora diventerà sindaco. Con il 54,27 per cento Spazzafumo ha infatti battuto al ballottaggio Piunti, che si è fermato al 45,73.
Per quanto riguarda i ballottaggi tutti interni alle coalizioni politiche, a Conegliano, in provincia di Treviso (Veneto), il candidato di Forza Italia Fabio Chies ha vinto per circa mille voti contro il candidato sostenuto dalla Lega e Fratelli d’Italia, Piero Garbellotto. A Città di Castello – in Umbria, in provincia di Perugia – per meno di 400 voti è stato riconfermato il sindaco uscente Luca Secondi, del PD: la sua sfidante Luciana Bassini, sostenuta dal Movimento 5 Stelle e da alcune liste di sinistra, ha preso il 48,6.
A Cassano d’Adda, a est di Milano, al primo turno il candidato del centrodestra Fabio Colombo aveva ottenuto appena 4 voti in più del vicesindaco uscente Vittorio Caglio, sostenuto dal centrosinistra. Il ballottaggio è stato vinto da Colombo con il 52,49 per cento dei voti.
A Merano, in Alto Adige, il secondo turno si terrà il prossimo 24 ottobre. Al primo turno il sindaco uscente Paul Rösch, sostenuto dal centrosinistra, aveva preso il 33,3 per cento e il candidato del centrodestra Dario Dal Medico il 32,7. Si era fermata al 18,3 per cento la candidata della Südtiroler Volkspartei, che nel 2020 era risultata la lista più votata.
A Merano, unico grande centro dell’Alto Adige in cui la proporzione etnico-linguistica fra madrelingua italiani e tedeschi è praticamente pari, la situazione politica è da tempo caotica. Dopo un’alternanza durata decenni fra sindaci espressi dalla Democrazia Cristiana e dalla Südtiroler Volkspartei, nel 2015 riuscì a farsi eleggere l’etnologo Paul Rösch, col solo sostegno del piccolissimo partito dei Verdi altoatesini. Nel 2020 Rösch si ricandidò aggregando anche alcune liste civiche. Vinse il ballottaggio per soli 37 voti, e non riuscì a formare una maggioranza di governo. Da allora il comune è guidato da un commissario prefettizio, Anna Bruzzese. Questa volta Rösch si è presentato con una maggioranza allargata: Verdi, PD e M5S, tra gli altri.