Lo scontro tra Stati Uniti e Venezuela su un imprenditore colombiano
Il regime venezuelano ha arrestato cittadini americani e interrotto i negoziati con l'opposizione dopo l'estradizione di un suo alleato
Sabato il governo del Venezuela ha interrotto i negoziati con l’opposizione per l’organizzazione di elezioni democratiche e ha arrestato sei imprenditori, tra cui cinque cittadini americani, in reazione alla notizia dell’estradizione negli Stati Uniti di Alex Saab, imprenditore colombiano fra i principali alleati del regime del dittatore Nicolás Maduro.
Saab, che era stato arrestato più di un anno fa a Capo Verde, è accusato dagli Stati Uniti di vari reati, tra cui corruzione e riciclaggio di denaro: è accusato, tra le altre cose, di essersi impossessato di milioni di dollari destinati a programmi per la distribuzione di cibo alla popolazione venezuelana. Ma Saab è anche uno stretto alleato di Nicolás Maduro, e ha gestito per suo conto importanti affari economici. Secondo il New York Times, se Saab decidesse di collaborare con gli investigatori americani potrebbe contribuire a «sbrogliare la rete economica di Maduro e aiutare le autorità a mettere sotto accusa altri alleati del governo venezuelano».
Anche per questo, il governo venezuelano si era opposto in tutti i modi dapprima all’arresto di Saab a Capo Verde, e poi alla sua estradizione negli Stati Uniti. L’imprenditore era stato arrestato sulla base di un mandato di cattura internazionale nel giugno del 2020, quando il suo aereo privato si era fermato nel paese africano per fare rifornimento di carburante durante un volo tra il Venezuela e l’Iran.
L’estradizione negli Stati Uniti è avvenuta sabato, oltre un anno dopo l’arresto, e nonostante l’opposizione del governo venezuelano, che l’ha definita un «rapimento».
Appena saputo dell’estradizione, il governo venezuelano ha arrestato sei dirigenti della compagnia petrolifera americano-venezuelana Citgo, tra cui cinque cittadini americani. I sei erano stati arrestati già nel 2017 con accuse di corruzione, ma quest’anno erano stati concessi loro gli arresti domiciliari, un gesto che era stato visto come un segno di distensione nei confronti degli Stati Uniti. Dopo l’estradizione di Saab, sono stati riportati in carcere.
I sei dirigenti sono ormai usati da qualche anno dal governo venezuelano come strumento di pressione nei rapporti con gli Stati Uniti.
Il regime ha anche interrotto i negoziati con l’opposizione per l’organizzazione di elezioni democratiche, che erano cominciati a settembre. Non che finora avessero portato a grandi risultati: l’opposizione venezuelana, il cui leader è Juan Guaidó, dopo le grandi manifestazioni degli anni scorsi è piuttosto indebolita e ha scarsissimo potere negoziale.