Cosa c’è nel “decreto fiscale”
Misure per la sicurezza sul lavoro, l’"ecobonus" per le auto e soprattutto il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, che ha fatto litigare il governo
Giovedì sera il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto fisco-lavoro”, un ampio decreto legge che contiene una serie di misure urgenti in ambito economico: tra queste, la più attesa era probabilmente la riconferma dell’ecobonus per l’acquisto di automobili poco inquinanti, mentre la più discussa tra le forze politiche che compongono il governo è stata il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, a causa del quale, hanno scritto oggi i giornali, c’è stato un notevole scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle: la prima contraria alla misura, il secondo favorevole.
Il decreto fisco-lavoro aveva come primo obiettivo quello di approvare alcune norme importanti per favorire la sicurezza sul lavoro e «intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero», come si legge sul sito del governo. In realtà, è diventato ben presto un decreto “omnibus”, che contiene cioè molte norme su vari argomenti anche molto diversi tra loro.
Il reddito di cittadinanza
La misura che ha fatto più discutere il governo è stata senza dubbio il rifinanziamento del reddito di cittadinanza per il quale, «a fronte dell’andamento delle richieste», sono stati stanziati 200 milioni di euro al fine di garantire la sua erogazione fino alla fine dell’anno. Prima dell’approvazione del decreto in Consiglio dei ministri, diversi esponenti della Lega, compreso il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, si erano espressi in maniera molto contraria al rifinanziamento: «Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura che mi auguro esca dal testo finale», aveva detto.
Nella giornata di giovedì ci sono state così lunghe discussioni tra Lega, Forza Italia e Italia Viva, contrarie o scettiche nei confronti del rifinanziamento, e Movimento 5 Stelle e PD, favorevoli. Alla fine, il rifinanziamento è stato approvato con uno stanziamento leggermente ridotto (200 milioni contro i 260 del testo iniziale).
È la terza volta nel corso del 2021 che il governo interviene per aumentare gli stanziamenti a favore del reddito di cittadinanza: i provvedimenti quest’anno ammontano a 1,5 miliardi di euro. A questi, vanno aggiunti i 7,2 miliardi di costi fissi ogni anno.
La sicurezza sul lavoro
Per favorire la sicurezza sui luoghi di lavoro, il governo ha deciso che un’azienda rischia la sospensione dell’attività imprenditoriale se il 10 per cento del suo personale lavora in nero, cioè senza regolare contratto. Prima del decreto, i dipendenti in nero per far scattare la sospensione dovevano essere il 20 per cento.
Il governo ha inoltre inasprito le sanzioni contro le aziende che commettono violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, e ha esteso le competenze e i mezzi a disposizione dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), il cui organico dovrebbe aumentare di 1.024 persone entro la fine del 2023.
Le altre norme
Per quanto riguarda il fisco, il governo ha approvato una serie di agevolazioni per tutelare i contribuenti in difficoltà, concedendo proroghe dei pagamenti di alcune riscossioni specifiche e nuove possibilità di rateizzazione.
Ha poi stanziato 100 milioni di euro per il rifinanziamento fino alla fine dell’anno dell’ecobonus per l’acquisto di automobili poco inquinanti: il grosso della misura (65 milioni) è destinato alle automobili con livelli di emissioni molto bassi, inferiori ai 60 grammi di CO2 al chilometro.
Ha anche rinnovato la possibilità di congedi parentali pagati per i genitori i cui figli di meno di 14 anni siano costretti a casa dalla sospensione dell’attività didattica o dalla quarantena, e ha rifinanziato le misure necessarie per fare in modo che la quarantena sia equiparata alla malattia.
Il governo ha infine esteso fino alla fine dell’anno la cosiddetta “cassa integrazione COVID-19” cioè una cassa integrazione gratuita a cui le aziende possono ricorrere nel caso in cui la loro attività sia messa in difficoltà dalla crisi provocata dalla pandemia. È stata finanziata anche la concessione di una cassa integrazione di 12 mesi ai dipendenti di Alitalia.
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