L’opposizione cilena ha presentato una mozione per rimuovere il presidente Sebastián Piñera, a seguito di uno scandalo legato ai Pandora Papers
Mercoledì l’opposizione cilena di centrosinistra ha presentato una mozione per chiedere l’impeachment (cioè la rimozione dall’incarico) del presidente del Cile Sebastián Piñera, di centrodestra. La mozione è arrivata a seguito di alcune rivelazioni contenute nell’inchiesta nota come Pandora Papers, relative a irregolarità nella vendita di una società mineraria che apparteneva alla famiglia di Piñera.
Nel 2010, quando avvenne la vendita (per la quale fu usata una società offshore) Piñera era già presidente del paese, e secondo i Pandora Papers impegnò il suo governo a non imporre restrizioni ambientali sull’area in cui sorge la miniera, nel Cile settentrionale, e a non farne un parco naturale, nonostante le richieste di molte associazioni ambientaliste cilene.
Per diventare effettivo, il processo di impeachment dovrà ottenere almeno 78 voti alla camera bassa ed essere poi approvato da almeno due terzi del Senato.
La mozione che chiede la rimozione di Piñera dal suo ruolo è arrivata alla fine del suo mandato: il 21 novembre in Cile ci saranno le elezioni, Piñera non si ricandiderà, e secondo alcuni sondaggi vincerà probabilmente il centrosinistra. Il suo mandato è stato caratterizzato da scontri e difficoltà: in Cile ci sono state di recente molte proteste contro le disuguaglianze nel paese, e ieri Piñera ha dichiarato lo stato di emergenza dopo una protesta di persone indigene. La decisione è stata molto criticata e interpretata come un modo di spostare l’attenzione dalle rivelazioni dei Pandora Papers.