I controlli del Green Pass per i lavoratori, in 10 punti
Le risposte alle domande più frequenti su quello che accadrà da venerdì 15 ottobre
Martedì il governo ha approvato due Dpcm con le linee guida sui controlli del Green Pass per i lavoratori della pubblica amministrazione e del settore privato a partire dal prossimo 15 ottobre, quando il certificato diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori. Abbiamo messo insieme un elenco di risposte alle domande più frequenti, per chiarire cosa accadrà a partire da quel giorno.
– Chi è obbligato ad avere il Green Pass?
L’obbligo riguarda tutti i lavoratori della pubblica amministrazione e del settore privato, tranne quelli che sono esenti dalla vaccinazione contro il coronavirus per motivi medici. Riguarda anche i lavoratori delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori, chi organizza o frequenta corsi di formazione, e anche i corrieri che consegnano lettere o pacchi negli uffici.
– Chi è esente dall’obbligo di Green Pass?
Gli unici lavoratori che non sono obbligati a possedere il Green Pass sono quelli che hanno una certificazione medica che li esenti dalla vaccinazione. Nelle risposte alle domande più frequenti (FAQ), il governo specifica che per questa categoria di persone è in preparazione un apposito certificato contenente un codice QR da mostrare all’ingresso sul posto di lavoro.
– Gli utenti e i clienti dovranno avere il Green Pass?
Sia gli utenti dei servizi della pubblica amministrazione che i clienti dei vari tipi di lavoro privato non saranno obbligati ad avere il Green Pass: si parla di chi va in un ufficio pubblico per ricevere un servizio, o di chi prende un taxi o va dal parrucchiere o al supermercato.
– Chi dovrà effettuare i controlli del Green Pass?
Sia nel settore pubblico che in quello privato, i controlli spetteranno al datore di lavoro, che però a sua volta potrà delegare la funzione a un altro lavoratore. Questo potrà decidere in autonomia le modalità in cui dovranno avvenire le verifiche, a campione o a tappeto. Il DPCM specifica che il datore di lavoro non può conservare il codice QR delle certificazioni, «nonché estrarre, consultare, registrare» le informazioni rilevate dalla lettura del codice.
– Quando e dove avverranno i controlli?
I controlli dovranno avvenire prioritariamente, quando possibile, al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro, ma potranno essere effettuati anche successivamente. Le verifiche del Green Pass potranno essere fatte sia manualmente, attraverso l’applicazione “VerificaC19”, già utilizzata per i controlli negli esercizi pubblici, che tramite sistemi automatici, come ad esempio i tornelli che “leggono” i badge dei lavoratori, che ora potranno controllare anche i codici QR del Green Pass.
– Il datore di lavoro potrà controllare il Green Pass in anticipo?
Sì, il datore di lavoro potrà verificare il Green Pass in anticipo rispetto all’accesso al luogo di lavoro: inizialmente il governo aveva valutato un limite di 48 ore prima del giorno o del turno di lavoro, ma nelle versione definitiva del DPCM questo limite è stato eliminato.
– Ci saranno differenze tra settore pubblico e privato?
Per il settore pubblico, il governo ha previsto alcune differenze nelle modalità dei controlli, con l’obiettivo di garantire che non si creino ritardi o code all’ingresso, che potrebbero avere conseguenze sugli utenti. Se i controlli non possono essere effettuati all’entrata, in particolare se non ci sono sistemi automatici di verifica, i dirigenti responsabili dovranno procedere con verifiche a cadenza giornaliera, che dovranno riguardare non meno del 20 per cento del personale presente in servizio.
Questi controlli dovranno essere effettuati assicurando un criterio di rotazione su tutto il personale dipendente, e prioritariamente durante la mattina. Dove invece il controllo avviene all’ingresso del posto di lavoro, i dirigenti potranno effettuare ulteriori controlli a campione anche con cadenza non giornaliera.
Oltre ai sistemi automatici di controllo e all’applicazione “VerificaC19”, nella pubblica amministrazione sono state previste altre modalità di verifica del Green Pass: ci sarà una nuova integrazione tra la piattaforma NoiPA utilizzata da alcune amministrazioni e la piattaforma nazionale-DGC per la verifica dei Green Pass; e per le amministrazioni con più di 50 dipendenti, con priorità per quelle che non utilizzano la piattaforma NoiPA, ci sarà un nuovo servizio sul sito dell’INPS che permetterà la verifica del Green Pass sulla base dei codici fiscali dei dipendenti.
– Chi ha diritto al Green Pass ma non lo ha ancora ricevuto può andare al lavoro?
Le persone che hanno diritto al Green Pass ma che sono ancora in attesa di ricevere la certificazione possono andare al lavoro utilizzando gli appositi documenti cartacei o digitali rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.
– Cosa succede a chi non ha il Green Pass?
Le persone senza il Green Pass, senza il certificato di esenzione o senza i documenti che attestino il diritto al Green Pass, non possono «in alcun modo e per alcun motivo» accedere al posto di lavoro: in caso di violazione, i lavoratori riceveranno una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro, mentre i datori di lavoro che non controllano il rispetto delle regole rischiano una sanzione dai 400 ai 1.000 euro.
I lavoratori sprovvisti di Green Pass e di conseguenza allontanati dal posto di lavoro sono da considerarsi assenti ingiustificati e non hanno diritto a retribuzione né a nessun altro compenso previsto per la giornata di lavoro non prestata. Inoltre i giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio.
– Chi non ha il Green Pass può lavorare in alternativa in smart working?
No, il governo specifica che i lavoratori che non hanno il Green Pass al momento del controllo sul posto di lavoro, o che non sono in grado di esibirlo anche se lo posseggono, devono essere considerati assenti ingiustificati e non possono lavorare in smart working.