Le proposte della Commissione Europea per contrastare la crisi energetica
Ha presentato una serie di consigli agli stati membri, tra cui sussidi, tagli delle tasse e investimenti sulle energie rinnovabili
Mercoledì la Commissione Europea ha presentato una serie di proposte di misure che gli stati membri possono mettere in atto per contrastare la crisi energetica in corso in Europa, tra cui sussidi, tagli delle tasse per le famiglie più povere e investimenti sulle energie rinnovabili. Il pacchetto di proposte della Commissione contiene un serie di consigli agli stati che, se adottate, potrebbero aiutare «ad affrontare l’impatto immediato del caro prezzi odierno e rafforzare la resilienza agli shock futuri».
Ci sono misure sia a breve termine, che nell’immediato possono attenuare l’effetto degli aumenti dei prezzi sui consumatori e sulle piccole imprese, sia a lungo termine, che constano principalmente di investimenti in fonti di energia più pulite in modo da favorire la transizione all’energia rinnovabile. Queste misure, tuttavia, dovranno essere decise, approvate e sviluppate autonomamente dai singoli stati: il pacchetto non prevede nuove misure dirette né stanziamenti di fondi da parte della Commissione, ma semplicemente una serie di consigli non vincolanti su leggi e provvedimenti che gli stati possono decidere se adottare o meno. Kadri Simson, commissaria europea per l’Energia, l’ha definito “una cassetta degli attrezzi” a disposizione dei singoli governi.
Tra le misure a breve termine proposte dalla commissione ai governi ci sono: un sostegno di emergenza al reddito dei consumatori in condizioni di povertà energetica (cioè le persone che non riescono ad accedere ai servizi energetici di base), per esempio attraverso buoni o pagamenti parziali delle bollette; proroghe temporanee per il pagamento delle bollette; misure di salvaguardia per evitare la sconnessione delle utenze dalla rete; riduzioni temporanee dell’aliquota fiscale per le famiglie “vulnerabili”; inoltre, la Commissione propone aiuti alle imprese e alle industrie, in linea con le norme europee sugli aiuti di stato.
Per quanto riguarda le misure a medio termine, la Commissione Europea sottolinea come per quanto la transizione verso le energie rinnovabili sia essenziale per il futuro, a oggi sono ancora necessarie altre fonti di energia, tra cui il gas, per sostenere il fabbisogno della popolazione. La Commissione scrive che la crisi ha messo in luce anche l’importanza dello stoccaggio del gas per il funzionamento del mercato europeo: «al momento l’Unione è in grado di stoccare oltre il 20 per cento del gas che consuma ogni anno, ma non tutti gli stati membri dispongono di impianti appositi, e in ogni caso non sempre l’uso che ne fanno e gli obblighi di manutenzione sono gli stessi».
Perciò sul medio termine consiglia agli stati membri di potenziare gli investimenti nelle energie rinnovabili, di sviluppare la capacità di stoccaggio dell’energia, anche mediante batterie a idrogeno, e di valutare i potenziali vantaggi di appalti congiunti per acquistare in stock il gas, per la creazione di «riserve strategiche».
La commissaria Kadri Simson ha detto che presenterà il pacchetto di misure al Parlamento europeo il 14 ottobre e ai ministri competenti il 26 ottobre, e che i prezzi dell’energia saranno discussi dai leader europei in occasione del prossimo Consiglio europeo, il 21 e 22 ottobre.
Simson ha commentato queste misure dicendo che «quella odierna è una situazione eccezionale e il mercato interno dell’energia ha funzionato bene per vent’anni, ma dobbiamo assicurarci che continui a farlo se vogliamo realizzare il Green Deal europeo, rafforzare la nostra indipendenza energetica e conseguire gli obiettivi climatici che ci siamo prefissati».
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