In Etiopia i separatisti del Tigré sostengono di essere stati attaccati dall’esercito etiope
Lunedì i separatisti del Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF), coalizione che riunisce i ribelli antigovernativi della regione del Tigré, nel nord dell’Etiopia, hanno detto di essere stati attaccati dall’esercito etiope. L’attacco avrebbe interrotto il cessate il fuoco dichiarato a giugno dal primo ministro etiope Abiy Ahmed (quando le forze separatiste avevano riconquistato Macallé, la capitale del Tigré, costringendo l’esercito etiope a una rapida e frettolosa ritirata).
L’attacco, avvenuto nella mattinata di lunedì, sarebbe stato effettuato da centinaia di migliaia di soldati che avrebbero attaccato l’area su diversi fronti usando mezzi aerei, droni e artiglieria pesante. Al momento non è stato possibile verificare da altre fonti queste dichiarazioni. La portavoce del primo ministro etiope Abiy Ahmed, comunque, non ha negato che ci sia stato un attacco, dicendo che «il governo etiope continuerà a contrastare le azioni distruttive del TPLF», «proteggendo i suoi cittadini da tutti gli atti di terrorismo».
La guerra nel Tigrè era iniziata nella prima settimana di novembre 2020, dopo mesi di tensioni tra governo federale e governo regionale del Tigrè controllato dal TPLF, un partito che per moltissimo tempo aveva dominato la politica nazionale dell’Etiopia e che aveva iniziato a perdere importanza dopo l’insediamento del governo di Abiy Ahmed, nel 2018.