Da dove arriva Forza Nuova
L'organizzazione neofascista e il suo leader Roberto Fiore hanno una storia di contiguità col terrorismo, varie condanne e molta violenza
di Stefano Nazzi
Di Forza Nuova, l’organizzazione neofascista coinvolta nei gravi incidenti di sabato a Roma durante la manifestazione contro il Green Pass, si sente parlare in Italia da oltre vent’anni. Il nome del suo fondatore, Roberto Fiore, è noto nell’ambiente della destra fascista, ma anche a polizia e magistratura, da ancora prima. Pur avendo un seguito elettorale trascurabile e avendo ottenuto risultati infimi a tutte le elezioni a cui ha partecipato, Forza Nuova ha sempre attirato un seguito attivo e violento di alcune migliaia di persone, è stata coinvolta in numerosi fatti di cronaca e giustizia, e ha intrattenuto rapporti spesso ambigui con numerosi partiti politici della destra istituzionale italiana, come si è visto dopo gli scontri di Roma.
La vicenda politica di Roberto Fiore comincia alla fine degli anni Settanta: Fiore, assieme a Giuseppe Dimitri, morto nel 2006, e Gabriele Adinolfi, oggi ideologo e punto di riferimento di CasaPound, nel 1978 fondò Terza Posizione, un movimento a suo modo innovativo all’interno del panorama dell’estrema destra neofascista italiana.
L’inno del gruppo, una marcetta, diceva: «Più non risplende il denaro americano, il cancro sionista ormai minaccia invano, la mano dei sovietici non fa paura, la nostra nuova aurora sorge già sicura»; e via di questo passo fino alla strofa finale: «Né fronte rosso né reazione, lotta armata per la Terza Posizione».
La novità, rispetto agli altri movimenti fascisti dell’epoca, era proprio una presunta equidistanza tra marxismo e destra reazionaria: la terza posizione appunto. Nel 1979 molti dei militanti di Terza Posizione iniziarono a riconoscersi apertamente negli slogan dell’organizzazione terrorista NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari, fondata da Francesca Mambro, Alessandro Alibrandi e Valerio Fioravanti, un movimento terrorista neofascista con posizioni simili. Alcuni dirigenti, tra cui lo stesso Dimitri, avviarono una doppia militanza, in una zona grigia tra lotta di piazza e lotta armata clandestina.
Tra agosto e settembre del 1980, poco dopo la strage della stazione di Bologna, compiuta proprio dai NAR, le Procure di Bologna e Roma emisero mandati di cattura per molti dirigenti di Terza Posizione. Roberto Fiore scappò prima in Libano e poi a Londra. Qui, con il suo amico e futuro socio Massimo Morsello (morto nel 2001), lavorò come lavapiatti in un locale italiano. Ricorda Fiore durante un’intervista: «Abbiamo cominciato lavando piatti nei ristoranti e facendo gli autisti di taxi. Poi abbiamo avviato una piccola agenzia. Ma il genio degli italiani, si sa, porta oltre».
Con l’aiuto di Nick Griffin, leader del British National Party, storico partito britannico di estrema destra e di ispirazione neonazista, iniziarono poi a dedicarsi agli affari. Fiore e Morsello fondarono Easy London, una società che si occupava di guidare giovani italiani che arrivavano in Inghilterra per studiare o lavorare. Nel frattempo arrivò dall’Italia un mandato di cattura: Fiore fu arrestato a Londra assieme ad altri ex dirigenti di Terza Posizione per i reati di banda armata e associazione sovversiva. Il tribunale inglese però negò l’estradizione, e Fiore tornò libero.
Da quel momento si fecero insistenti le voci secondo cui Fiore fosse un collaboratore dell’MI6, il ramo del servizio segreto inglese che si occupa dell’estero. Lui lo ha sempre negato. In un’intervista data a Report ha detto: «Io sono un rivoluzionario, non potrei mai collaborare con un servizio segreto. Forse con i russi… ma neanche con loro». Anche la commissione parlamentare del Parlamento Europeo sul razzismo e la xenofobia indicò però Fiore come agente dei servizi segreti britannici.
Fiore e Morsello diventarono presto molto ricchi. Nel 1986 inaugurarono Meeting Point, una finanziaria che arrivò a possedere in Inghilterra 1300 appartamenti abitati da giovani che si rivolgevano a Easy London. Ma alla finanziaria facevano capo anche ristoranti, negozi di abbigliamento, scuole di lingue, catene di negozi di specialità italiane, una casa discografica (Morsello era anche musicista, fu il più celebre cantautore della destra radicale italiana). Nell’attività di Meeting Point erano coinvolti molti ex militanti di Terza Posizione e NAR, ma anche giovani skinhead inglesi e provenienti dall’est europeo.
Report, nell’inchiesta Virus Nero, ha raccontato attraverso una serie di testimonianze che Meeting Point appoggiò economicamente latitanti fascisti italiani in varie parti del mondo. Nel 1993 un giornale della comunità ebraica londinese Jewish Chronicle pubblicò un’inchiesta, ripresa poi dal Sunday Times, in cui si denunciava un racket legato agli affitti. Il giornale raccolse le testimonianze di diversi giovani costretti a vivere in appartamenti fatiscenti su cui vigilavano decine di skinhead incaricati anche di riscuotere gli affitti, qualora ci fossero stati eccessivi ritardi. Secondo il giornale, ogni anno erano oltre seimila i giovani, quasi tutti europei, che trovano casa e lavoro tramite l’agenzia Meeting Point, pagando una tariffa fissa di 300 sterline.
A Roberto Fiore facevano capo anche due organizzazione ultra cattoliche, la St George’s Educational e St Michael the Archangel (quest’ultima prende il nome dall’Arcangelo Michele, santo patrono dei miliziani della Guardia di Ferro del leader fascista rumeno Corneliu Codreanu, a cui Fiore ha sempre detto di ispirarsi).
Le due associazioni erano proprietarie di una serie di “charity shop” e vennero ufficialmente fondate per promuovere la religione cattolica in Inghilterra, nazione a maggioranza protestante. Fu la St Michael the Archangel a donare 21 milioni di lire per collaborare all’acquisto di rustici a Los Pedriches, in provincia di Cordova, in Spagna, dove Morsello e Fiore volevano fondare un villaggio politico, una sorta di comune internazionale. Per ristrutturare i casolari arrivarono giovani neofascisti da tutta Europa: il progetto naufragò poco dopo l’interesse della stampa spagnola.
Fiore e Morsello tornarono in Italia nel 1999. Ad attendere Morsello all’aeroporto di Fiumicino c’era l’avvocato Carlo Taormina, oggi legale di Fiore, ed esponenti della destra come Teodoro Buontempo e Francesco Storace. Due anni prima, il 29 settembre 1997, era stata fondata Forza Nuova. Il giorno non era stato scelto a caso: è il giorno di San Michele Arcangelo, simbolo della già citata Guardia di Ferro rumena.
I soldi non mancavano: Forza Nuova aprì subito 50 sedi in tutta Italia, molti ex esponenti di Terza Posizione e dei Nar si ritrovarono coinvolti anche in posizioni di rilievo della nuova organizzazione. Tra loro c’era anche Andrea Insabato, l’uomo che il 22 dicembre 2000 piazzò una bomba, che gli esplose addosso, sulla porta del quotidiano Il Manifesto, a Roma. C’era, e c’è ancora, Luigi Aronica, detto er pantera, ex terrorista dei NAR, arrestato anche lui, come Fiore, dopo gli incidenti di sabato a Roma. Aronica è stato ripreso durante una manifestazione di Forza Nuova mentre diceva a un poliziotto: «Ma lo sai chi sono io? Mi sono fatto 18 anni di carcere per terrorismo». Nel 2000 Fiore e Gabriele Adinolfi hanno scritto un libro, Noi terza posizione, in cui Roberto Fiore ricorda tra l’altro che suo padre, aderente alla Repubblica sociale italiana, si offrì volontario come kamikaze italiano per schiantarsi contro le forze alleate.
Il programma politico di Forza Nuova fu da subito esplicito e molto semplice, basato su otto slogan: abolizione dell’aborto; incremento demografico (città e quartieri dovrebbero essere concepiti a misura di famiglie numerose); blocco dell’immigrazione (definita «dolorosa ferita per l’armoniosa convivenza tra i popoli»); messa al bando della massoneria e delle sette segrete; cancellazione del debito pubblico nei confronti del Fondo Monetario e di altri istituti; ritorno al concordato del 1929 (testuale: «Lo Stato italiano riconosce alla Chiesa Romana il ruolo di guida spirituale del popolo»); abrogazione delle leggi Scelba e Mancino; formazioni di corporazioni che sostituiscano il sindacato. Il cosiddetto programma politico per uno Stato Nuovo recita: «Forza Nuova crede in uno Stato autentica espressione della sovranità nazionale, che sia mezzo eticamente ordinato al conseguimento del bene comune, secondo una visione organica che, basandosi sulla natura sociale dell’uomo, permetta a quest’ultimo di vivere bene in società, nel rispetto di una morale conforme al diritto naturale e alla legge eterna».
Forza Nuova acquisì molta visibilità nel 2000 perché si pose alla testa del movimento che voleva impedire lo svolgimento a Roma, nell’anno del Giubileo, del Gay Pride. I seguaci di Fiore tappezzarono Roma con due manifesti; «L’Italia ha bisogno di figli, non di gay» e «Dietro un omosessuale si nasconde un pedofilo».
Nel 2000 Forza Nuova iniziò a presentarsi alle elezioni in alcuni comuni: alle amministrative, a Lodi, raggiunse il 2,5%, a Faenza il 4,4%. In entrambi i comuni il partito della Fiamma Tricolore fondato da Pino Rauti era confluito nel movimento di Fiore. Parallelamente furono avviate inchieste di polizia e magistratura. Il capo dell’antiterrorismo, Ansoino Andreassi, durante un’audizione in Parlamento, accusò Fiore di far parte di una rete internazionale di finanziatori di skinhead. Un anno prima una nota del servizio segreto Sisde aveva segnalato un accordo tra Forza Nuova e il movimento integralista cattolico Militia Christi per lanciare una serie di iniziative contro l’aborto e contro lo stile di vita americano (McDonald’s soprattutto).
Militanti di Forza Nuova sono stati spesso protagonisti di episodi di violenza. Da molte parti arrivarono richieste di scioglimento del movimento. Il 29 gennaio 2003 Alfredo Mantovano, allora sottosegretario al ministero dell’Interno del governo Berlusconi, disse, alla Camera:
«Quanto alla misure che il ministero dell’Interno può adottare nei confronti di movimenti politici estremisti e, in particolare, quanto alla sanzione estrema dello scioglimento del movimento politico di Forza nuova, ricordo che l’ordinamento vigente consente l’adozione di un provvedimento di scioglimento di organizzazioni fasciste “sotto qualsiasi forma” (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione) solo a seguito di una sentenza penale irrevocabile che abbia accertato l’avvenuta “riorganizzazione del disciolto partito fascista” […] Nello specifico, per quanto riguarda Forza Nuova, il Ministero dell’interno non è al momento a conoscenza di pronunce giurisdizionali che legittimino l’adozione di un provvedimento di tale natura».
L’Osservatorio democratico sulle nuove destre ha registrato le azioni violente organizzate da elementi di Forza Nuova. Tra queste ne spicca una del gennaio 2003, quando un gruppo di militanti fece irruzione in una tv locale di Verona prendendo poi a pugni in diretta Adel Smith, un musulmano che contestava i crocefissi nei luoghi pubblici. Nell’aprile 2004, a Bari, 15 esponenti del movimento furono arrestati per aver compiuto raid con armi improprie. Nel marzo 2005 il candidato di Forza Nuova a Siracusa viene accusato di aver organizzato attentati contro la Cgil.
Dal 2010 crebbero le azioni violente contro gli immigrati. Nel 2013 i Ros dei carabinieri avviarono un’indagine su quelli che i militanti fascisti chiamavano Banglatour, dopo che 80 immigrati bengalesi erano finiti al pronto soccorso per essere stati pestati. Secondo l’accusa i raid erano partiti da due sedi di Forza Nuova a Roma.
Nel 2001 il movimento, che aveva 2.500 iscritti e 50 sedi, si presentò alle elezioni politiche nella quota proporzionale della Camera: non superò l’1% dei voti. Nel 2003 strinse un’alleanza con Azione Sociale e Fronte Nazionale Sociale. Il cartello dei tre alleati si diede il nome di Alternativa Sociale, Roberto Fiore accettò la leadership di Alessandra Mussolini. AS si candidò alle Regionali del 2005 e alle politiche del 2006 stringendo un’alleanza con la coalizione di centrodestra che però pose una condizione: la non candidatura di Roberto Fiore, considerato impresentabile (si candidarono però tutti gli altri dirigenti di Forza Nuova). I risultati furono comunque scarsi: lo 0,6% alla Camera e lo 0,7% al Senato.
Nel 2008, subentrando ad Alessandra Mussolini eletta con Alternativa Sociale nel 2004, Roberto Fiore divenne deputato del Parlamento europeo, anche se solo per pochi mesi.
L’anno dopo si candidò alle Europee come capolista di Forza Nuova. Il movimento raccolse lo 0,4% dei voti. Nelle sue liste si era presentato il sacerdote dichiaratamente fascista Giulio Maria Tam e l’ex magistrato Mario Sossi, rapito nel 1974 dalle Brigate Rosse.
Da allora in poi Forza Nuova si è sempre presentata alle elezioni politiche e amministrative senza mai conseguire risultati. Nell’area della destra radicale il movimento ha subito poi la forte concorrenza di CasaPound, molto più abile negli ultimi anni nell’attrarre soprattutto i militanti più giovani. Insieme i due movimenti hanno però condotto una campagna, spesso degenerata in atti di violenza, in alcune zone di Roma contro l’assegnazione di case popolari a famiglie straniere, che ne avevano legittimamente diritto.
Negli ultimi mesi Roberto Fiore aveva intuito che il suo movimento poteva trovare spazio e consensi nell’area che si stava formando di opposizione alle norme anticovid. Nel dicembre del 2020 Forza Nuova ha fondato l’alleanza Italia Libera in cui sono confluiti molti No Mask, e poi No Green Pass, e il movimento dei gilet arancioni dell’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Da allora Fiore e il suo braccio destro, il romano Giuliano Castellino, proveniente da varie esperienze di movimenti neofascisti e leader di spicco della curva sud romanista, si sono messi a capo di tutte le iniziative contro le misure per il contenimento della pandemia, fino ad arrivare alla manifestazione di sabato e all’assalto alla sede della Cgil.
Assalto rivendicato sul sito di Forza Nuova, ora oscurato dalla polizia postale, dove, in grossi caratteri, c’era scritto: «500.000 italiani in piazza a Roma e a Milano. I lavoratori occupano la sede nazionale della Cgil. Parlamento assediato dal popolo. La battaglia non si ferma!». E più sotto, riguardo agli arresti di Fiore, Castellino e di Pamela Testa, altra militante di Forza Nuova: «La dittatura tecnosanitaria colpisce la prima linea della resistenza».
Sul sito c’era anche una rivendicazione che è anche un proclama, oltre che un possibile sviluppo dei prossimi giorni: «Mesi di piazze pacifiche non hanno fermato l’attuazione accelerata del Great Reset, ora la musica è cambiata e il direttore d’orchestra e compositore è solo il popolo in lotta – costretto a difendersi dalla ferocia unanime di chi dovrebbe rappresentarlo, l’attacco alla Cgil rientra perfettamente in questo quadro analitico – che ha deciso di alzare il livello dello scontro. Da domani, dal 15 ottobre, e fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi».