Il Congresso statunitense ha alzato temporaneamente il tetto del debito
Giovedì il Congresso americano ha approvato un provvedimento per alzare temporaneamente il cosiddetto “tetto del debito”, la cifra massima di denaro che il governo può prendere in prestito per finanziare le proprie attività. Il tetto del debito è stato alzato dopo un difficile negoziato tra Democratici e Repubblicani, a meno di due settimane dal 18 ottobre, giorno in cui, secondo la segretaria del Tesoro Janet Yellen, senza un intervento il governo americano non avrebbe più potuto ripagare i propri debiti, con conseguenze catastrofiche sull’economia americana e mondiale.
Il tetto sarà alzato di 480 miliardi di dollari, sufficienti al governo americano per ripagare i propri debiti fino all’inizio di dicembre: quella approvata dal Congresso, dunque, è una misura di breve durata, e probabilmente già nelle prossime settimane si tornerà a negoziare per un nuovo innalzamento.
Negli Stati Uniti, la cifra massima che il governo può chiedere in prestito per finanziare le sue spese è fissata con una legge del Congresso. Quando la cifra si avvicina, come è avvenuto in media più di una volta l’anno negli ultimi 50 anni, il Congresso trova un accordo per alzare il limite. Una volta raggiunto il limite, il Tesoro non può più emettere nuovo debito per finanziare i pagamenti, con conseguenze potenzialmente disastrose per gli Stati Uniti e per l’intera economia mondiale.
Normalmente alzare il tetto del debito è un’operazione bipartisan e di routine, ma di recente i Repubblicani si erano opposti per ragioni di convenienza politica.
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