La CIA sta perdendo informatori
Una nota dell'agenzia d'intelligence americana dice che a decine sono stati scoperti, catturati o uccisi, ed è un problema ampio e complesso
La scorsa settimana tutte le sedi e tutti gli agenti della CIA, la principale agenzia di intelligence degli Stati Uniti, hanno ricevuto una nota in cui si dice che negli ultimi anni decine di informatori stranieri sono stati scoperti, catturati oppure uccisi. Secondo alcuni ex agenti ed esperti di intelligence che sono stati sentiti dai giornali statunitensi questo non è un problema nuovo, ma di recente è diventato più urgente e complesso da gestire per vari motivi.
La nota è stata inoltrata in maniera riservata dalla sezione della CIA che si occupa di controspionaggio ed è stata commentata da alcune persone che l’hanno vista e ne hanno parlato al New York Times in forma anonima. Tra le altre cose conteneva il numero preciso degli informatori uccisi dalle agenzie di spionaggio degli altri paesi negli ultimi anni, un dettaglio che non è stato citato espressamente dai giornali, ma che solitamente non viene diffuso in questo tipo di comunicazioni: secondo alcuni ex agenti ed esperti di intelligence questo fa pensare che il messaggio debba essere inteso come un richiamo a una maggiore attenzione nei confronti degli informatori a rischio, che hanno un ruolo determinante nelle operazioni.
Gli ex agenti intervistati dal New York Times hanno spiegato che è molto difficile trovare informatori stranieri validi da reclutare e inserire nelle operazioni di spionaggio. Un compito ancora più delicato, poi, è prepararli alle operazioni e insegnare loro come eludere a loro volta le agenzie di intelligence dei paesi rivali, tra cui Russia, Cina e Iran: aspetti che sono stati centrali nella perdita delle decine di collaboratori stimata dalla CIA.
Uno dei problemi principali è che negli ultimi anni è diventato sempre più facile individuare gli informatori e seguire i loro spostamenti grazie alle nuove tecnologie, per esempio attraverso le impronte biometriche e il riconoscimento facciale, ma anche con sistemi di intelligenza artificiale e attacchi informatici. Un altro è che spesso gli informatori degli Stati Uniti sono stati scoperti dai servizi di intelligence di altri paesi che li hanno a loro volta utilizzati per trasmettere informazioni false all’intelligence statunitense e quindi compromettere le operazioni (è il fenomeno dei cosiddetti “double agents”, cioè agenti doppiogiochisti).
Secondo altri esperti, inoltre, negli ultimi anni la CIA sarebbe stata meno efficace nell’impedire che le sue fonti venissero scoperte perché gran parte della sua attenzione era rivolta all’esecuzione delle operazioni antiterrorismo anziché a valutare i rischi per le persone coinvolte.
«Se è stato mandato a tutto il personale [anziché a una particolare sede della CIA], allora il messaggio è ‘Gente, dobbiamo stare attenti’», ha detto al Washington Post Daniel Hoffman, un ex agente di intelligence che ha lavorato sia all’estero sia negli uffici centrali dell’agenzia. In questo periodo l’obiettivo principale dell’agenzia sembra essere quello di reclutare e mantenere una rete di nuovi informatori soprattutto in Pakistan, per via della recente conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani.
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