In Romania è caduto il governo di centrodestra di Florin Citu
Martedì in Romania è caduto il governo di centrodestra di Florin Citu, del Partidul National Liberal (PNL), con una mozione di sfiducia votata dalla maggioranza del parlamento (281 voti, ben più dei 234 sufficienti per far cadere il governo). Ora il presidente Klaus Iohannis proverà a dare l’incarico a un nuovo primo ministro: secondo la costituzione, nel caso in cui il parlamento rumeno rifiutasse per due volte i candidati indicati dal presidente, la Romania dovrà andare a elezioni anticipate.
La mozione di sfiducia è arrivata alla fine di una crisi politica cominciata il mese scorso, quando il partito liberale Uniunea Salvați România (USR) si era ritirato dalla coalizione di governo, per disaccordi dovuti, tra le altre cose, alla gestione dei finanziamenti per le infrastrutture locali. La mozione di sfiducia è stata promossa dal partito di opposizione di centrosinistra Partidul Social Democrat (PSD), a cui si è unito quello di estrema destra Alianța pentru Unirea Românilor (AUR).
Ci sono diverse ipotesi su cosa succederà adesso: potrebbe formarsi una nuova coalizione di centrodestra tra il PNL e l’USR sempre con un primo ministro del PNL, oppure una coalizione tra i partiti di centrodestra e centrosinistra PNL e PSD, con un primo ministro del PSD. Il presidente Iohannis potrebbe anche proporre nuovamente l’incarico di primo ministro a Citu, ma è improbabile che il parlamento lo sostenga. Mentre Iohannis porterà avanti le consultazioni, comunque, Citu resterà primo ministro ad interim per 45 giorni.
Citu, 49 anni, era primo ministro da meno di un anno ed è stato molto criticato per la gestione della pandemia. In Romania la campagna vaccinale è una delle più lente e accidentate d’Europa e il numero di contagi nel paese non è mai stato così alto come nelle ultime settimane.