Un uragano visto da dentro

Una piccola imbarcazione automatica ha ripreso gli effetti del gigantesco uragano Sam di categoria 4 sull'oceano Atlantico

L'uragano Sam sull'oceano Atlantico visto da Saildrone (Saildrone)
L'uragano Sam sull'oceano Atlantico visto da Saildrone (Saildrone)

Un veicolo per l’esplorazione della superficie marina è riuscito a raggiungere la parte centrale dell’uragano Sam nell’oceano Atlantico, raccogliendo dati e riprendendo la grande tempesta come non era mai stato possibile fare prima. Il risultato è stato ottenuto dalla società californiana Saildrone in collaborazione con la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale statunitense che si occupa di oceani e analisi meteorologiche.

È molto raro che una sonda riesca a resistere ai fortissimi venti e alle grandi onde prodotte da un uragano di categoria 4 (su 5): dati e osservazioni saranno impiegati per comprendere meglio alcuni fenomeni atmosferici, anche allo scopo di prevedere meglio l’evoluzione degli uragani sull’oceano prima del loro arrivo sulla terraferma.

Saildrone esiste da una decina di anni. Fu inizialmente finanziata con 2,5 milioni di dollari da Erich Schmidt, l’ex CEO di Google, mentre di recente tre società di investimenti hanno messo a disposizione 14 milioni di dollari per sostenerne l’espansione.

I prodotti della società sono piccole imbarcazioni a guida automatica che esteticamente ricordano le tavole da windsurf. Sono realizzate in tre diverse dimensioni e a seconda delle necessità possono essere equipaggiate con strumenti per fare rilevazioni sul meteo, sulle condizioni dell’oceano o per rilevare le caratteristiche del fondale marino e della biomassa, l’insieme degli esseri viventi presenti nell’acqua in una determinata zona.

(Saildrone)

I primi prototipi erano stati realizzati più di cinque anni fa, portando a risultati incoraggianti che avevano poi indotto gli ingegneri dell’azienda a sperimentare versioni più articolate delle loro sonde per missioni più impegnative. Lo scorso giugno, Saildrone aveva annunciato di avere avviato i lavori per modificare un proprio veicolo con l’installazione di particolari “ali per uragani”, in grado di dare stabilità all’imbarcazione in presenza di forti venti e moti ondosi. I modelli precedenti potevano resistere al massimo a raffiche di vento da 100 chilometri orari, mentre il nuovo sistema può affrontare venti che superano i 180 chilometri orari.

Il veicolo utilizzato per l’esplorazione dall’interno dell’uragano Sam si chiama Saildrone United 1045, è lungo 7 metri e ha un sistema di propulsione a batterie, che vengono ricaricate da alcuni pannelli solari e piccole pale eoliche. Può raggiungere una velocità di 5 chilometri orari ed è progettato per rimanere in mare per un anno. Ogni veicolo è dotato di tecnologia satellitare per la trasmissione dei dati raccolti a Saildrone, che può controllare a distanza i propri dispositivi.

Nel corso dell’estate, Saildrone aveva collocato cinque delle proprie imbarcazioni automatiche nell’”area di sviluppo principale”, la porzione dell’oceano Atlantico dove gli uragani diventano via via più grandi e potenti. Due erano partite dalla Florida e altre tre dai Caraibi e dalle Isole Vergini statunitensi, controllate a distanza da Saildrone che decideva i loro spostamenti in base alle informazioni ricevute dalla NOAA.

Alla fine di settembre, United 1045 si trovava nella posizione ideale per esplorare l’uragano Sam, nel momento in cui era diventato di categoria 4 con venti oltre i 200 chilometri orari e onde alte fino a 15 metri. L’imbarcazione era riuscita a raggiungere la parte centrale della grande perturbazione, mostrando di essere resistente a sufficienza per rimanere attiva, raccogliendo dati e video della situazione piuttosto turbolenta che aveva intorno.

Il video, successivamente reso pubblico da Saildrone, mostra le grandi onde prodotte dall’uragano Sam e i venti che sollevano una miriade di minuscole gocce d’acqua che restano a lungo in sospensione nell’aria (aerosol). I dati raccolti dovrebbero aiutare i ricercatori a comprendere questo fenomeno, ritenuto un processo fondamentale negli scambi termici tra gli oceani e l’atmosfera, al punto da influire sull’andamento del clima.

Da questa e dalle future missioni nel cuore delle grandi perturbazioni si dovrebbero inoltre derivare dati importanti per capire il rapido accrescimento degli uragani che porta queste tempeste a intensificare la loro potenza in meno di 24 ore. Il fenomeno è pericoloso soprattutto nei casi in cui gli uragani siano ormai prossimi a raggiungere la terraferma, dove portano alluvioni e grandi devastazioni.

Saildrone prosegue intanto con lo sviluppo dei propri sistemi, che secondo l’azienda potrebbero rivoluzionare il modo in cui si esplorano e analizzano gli oceani e gli strati più bassi dell’atmosfera in prossimità della superficie marina. Le imbarcazioni automatiche sono state impiegate anche per l’esplorazione dell’Artico e delle acque intorno all’Antartide, riducendo sensibilmente i costi rispetto alle tradizionali spedizioni con equipaggio.