A Torino ci sarà il ballottaggio
Il candidato di centrosinistra Stefano Lo Russo a sorpresa è arrivato davanti a Paolo Damilano del centrodestra
Stefano Lo Russo del centrosinistra e Paolo Damilano del centrodestra saranno i due candidati sindaci al ballottaggio di Torino del prossimo 17 e 18 ottobre. Lo scrutinio è nell’ultimo terzo, e Lo Russo ha ottenuto quasi il 44 per cento, mentre Damilano si è fermato sotto al 39 per cento. È un risultato diverso da quello prospettato dai sondaggi nelle settimane prima delle elezioni: davano infatti il candidato di centrodestra più avanti, e quello di centrosinistra favorito al ballottaggio. È uno dei diversi risultati sotto le aspettative per il centrodestra, che è andato ancora peggio a Milano e Napoli (dove ha perso al primo turno), mentre ha ottenuto un risultato più soddisfacente a Roma (dove andrà al ballottaggio).
L’affluenza a Torino è stata del 48,06 per cento, la più bassa nella storia recente delle elezioni per il sindaco. La bassa affluenza ha interessato soprattutto le periferie nella parte nord della città, che nel 2016 avevano votato in maggioranza per Chiara Appendino, la sindaca uscente del M5S che ha scelto di non ricandidarsi. L’impressione secondo le prime analisi è che molti di quegli elettori abbiano preferito astenersi, invece di votare i partiti di centrodestra come era avvenuto alle elezioni Europee del 2019. Il M5S aveva scelto di sostenere Valentina Sganga, che ha 35 anni, ed era capogruppo del partito in consiglio comunale dal 2018, considerata vicina all’ala più radicale del partito, che ha guardato con diffidenza l’adesione al governo Draghi. Ha preso poco più del 9%.
Lo Russo, che ha vinto le primarie poco partecipate del centrosinistra in città, ha 45 anni, ha insegnato Geologia al Politecnico ed era stato eletto per la prima volta in Consiglio comunale nel 2006 nella lista dell’Ulivo. Damilano, il candidato del centrodestra fortemente voluto da Giancarlo Giorgetti della Lega, ha 56 anni, è un imprenditore del settore vinicolo, dell’acqua minerale e della ristorazione, e per alcuni anni è stato presidente del Museo Nazionale del Cinema.
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