La Francia prova a salvare le librerie da Amazon
Una proposta di legge per impedire all'e-commerce di spedire gratis i libri ne diminuirebbe il vantaggio concorrenziale
In Francia c’è un progetto di legge per ridurre il vantaggio concorrenziale di Amazon nei confronti delle librerie fisiche. Prevede l’introduzione di una spesa di spedizione minima per chi acquista libri online e quindi impedirà ad Amazon di offrire ai clienti francesi spedizioni gratuite per questo tipo di prodotti. Nelle intenzioni di chi l’ha proposta, questa nuova regola dovrebbe favorire le librerie fisiche perché eliminerà una delle ragioni per cui molte persone preferiscono comprare i libri online: farseli recapitare senza dover uscire di casa né pagare un sovrapprezzo.
Il progetto di legge è stato presentato dalla senatrice del partito conservatore Les Républicains Laure Darcos e dalla deputata di MoDem – un partito centrista alleato di La République En Marche del presidente Emmanuel Macron – Géraldine Bannier. È stato approvato dal Senato a giugno, ha il sostegno dello stesso Macron e la prossima settimana sarà discusso all’Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese.
In Francia in realtà è già previsto che le spedizioni di libri non possano essere gratuite: lo stabilisce una legge del 2014, che però Amazon ha sempre aggirato offrendo le spedizioni a 1 centesimo di euro. Oggi dunque per farsi spedire libri a casa si spende una somma compresa tra 1 centesimo e 7 euro. Una situazione che secondo molti politici viola di fatto la legge Lang del 1981, che stabilì che i prezzi dei libri dovessero essere fissati solo dagli editori e potessero essere scontati – salvo alcune eccezioni – al massimo del 5 per cento. A causa delle diverse spese di spedizione infatti si possono spendere cifre molto diverse per comprare uno stesso libro su internet.
Ovviamente l’eventuale nuovo minimo per le spese di spedizione di libri, che sarà successivamente stabilito dal ministero della Cultura e da quello dell’Economia, non riguarderà solo Amazon, ma chiunque venda libri online, quindi anche rivenditori francesi come Fnac: nel dibattito pubblico sul progetto di legge però nessuno nasconde il fatto che è prima di tutto il grande e-commerce americano che si vuole ostacolare. Peraltro sia Fnac che Leclerc si sono detti favorevoli al disegno di legge: per essere concorrenziali con Amazon nel campo delle spedizioni sono costretti a ridurre i propri margini di guadagno. Da sempre Amazon usa proprio questa strategia per offrire sempre prezzi più convenienti rispetto ai concorrenti, e se lo può permettere perché a differenza loro vende molti più prodotti e servizi, e ha quindi modo di compensare le perdite su alcuni prodotti con i margini di guadagno su altre attività.
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Amazon si è opposto alla proposta di legge dicendo che spese di spedizione maggiori danneggeranno chi vive nelle zone rurali e lontano dalle librerie fisiche. Ma secondo Laure Darcos, che per tanti anni ha lavorato nell’editoria francese, questa argomentazione è esagerata: «Il mercato principale di Amazon è nei grandi agglomerati urbani, tra le categorie socioprofessionali privilegiate, che sono perfettamente in grado di affrontare un aumento delle tariffe di spedizione». La proposta di legge comunque si prefigge l’obiettivo di spingere queste categorie di persone a frequentare di più le librerie di quartiere.
Secondo il Sindacato della libreria francese (SLF), tra il 2008 e il 2018 le vendite delle 3.500 piccole librerie francesi sono diminuite in media del 3 per cento ogni anno, mentre le vendite dei siti di e-commerce sono aumentate del 5,6 per cento arrivando a controllare il 16,5 per cento del mercato. Nel 2020 poi le chiusure obbligatorie dovute alla pandemia da coronavirus hanno fatto perdere più del 10 per cento dei ricavi rispetto all’anno precedente a una libreria fisica su cinque.
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