La Provincia di Trento non potrà abbattere gli orsi coinvolti in aggressioni con contatto fisico senza consultare le autorità nazionali
Mercoledì il Tribunale Regionale di Giustizia amministrativa (TRGA) di Trento ha annullato una parte della delibera della Giunta provinciale del 26 giugno 2021 che prevedeva l’abbattimento – cioè l’uccisione – degli orsi bruni coinvolti in aggressioni alle persone in cui avviene un contatto fisico. Con la delibera erano state approvate nuove linee guida per la gestione dell’orso in Trentino, che tra le altre cose davano al presidente della Provincia autonoma di Trento il potere di decidere l’abbattimento di orsi aggressivi nei casi giudicati urgenti. La sentenza del TRGA è arrivata in seguito a un ricorso di WWF Italia e della Lega Nazionale Difesa del Cane (LNDC), secondo cui le nuove linee guida introducevano la possibilità di uccidere gli orsi senza prima valutarne l’effettiva pericolosità.
Il TRGA ha stabilito che nei casi di aggressione le autorità provinciali debbano sempre rispettare il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (detto più brevemente PACOBACE), che prevede interventi più graduali sugli orsi coinvolti in incontri ravvicinati con le persone prima di arrivare all’eventuale abbattimento. Questo peraltro deve sempre essere autorizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).
Da anni va avanti un dibattito sulla presenza e la gestione degli orsi bruni in Trentino, dove gli animali furono reintrodotti negli anni Novanta. La crescita della popolazione, avvenuta in un territorio ristretto e dove vivono molte persone, ha reso più frequenti gli incontri tra orsi e persone, che in alcuni casi hanno creato grossi problemi. Per questo le autorità trentine cercano da tempo di avere un maggiore controllo sugli orsi, anche utilizzando metodi duramente contestati dalle associazioni per la difesa degli animali.
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