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  • Venerdì 24 settembre 2021

Cosa si sa della morte di Giacomo Sartori

Il corpo del 30enne scomparso venerdì scorso a Milano è stato ritrovato venerdì nel pavese: l'ipotesi è quella del suicidio

Giacomo Sartori (ANSA/Facebook Missing Giacomo Sartori)
Giacomo Sartori (ANSA/Facebook Missing Giacomo Sartori)

Il corpo di Giacomo Sartori, il 30enne di Mel (provincia di Belluno) scomparso a Milano venerdì scorso, è stato trovato nella zona di Casorate Primo, in provincia di Pavia, a una trentina di chilometri dal luogo dove era stato visto l’ultima volta. Era nei terreni dell’azienda agricola Cascina Caiella, a poche centinaia di metri da dove, due giorni fa, era stata trovata la sua auto. Sartori è stato trovato impiccato a un albero assieme a strumenti che potrebbe avere usato per uccidersi. Per il momento, comunque, non è sicuro che si sia trattato di suicidio e la polizia sta indagando.

Sartori lavorava in un’azienda di software di Assago (Milano). Venerdì scorso, dopo essere uscito dal lavoro, aveva incontrato un gruppo di amici in un locale di via Vittorio Veneto, a Milano. Appena arrivato aveva appoggiato il suo zainetto a terra. Dentro c’erano il suo computer personale, il computer e il cellulare aziendale, il portafoglio con i documenti. Verso le 23.30 si era accorto che lo zainetto era sparito.

Gli era già successo qualche tempo prima. Quella volta lo zainetto, sempre con computer e telefono aziendale, gli era stato rubato dall’auto dopo che il ladro aveva rotto il lunotto posteriore.

Venerdì sera, dopo essersi accorto del furto, Sartori aveva chiesto ai titolari del locale se avessero visto qualcosa, ma nessuno aveva notato nulla. Poi aveva chiamato con il suo cellulare i genitori a casa. Alla polizia i familiari hanno detto che il figlio sembrava molto scosso. Sartori aveva poi salutato gli amici e si era allontanato dal locale.

Uscito dal locale, Sartori si era messo alla guida dell’auto, anche questa aziendale, e si era diretto verso Pavia, lungo l’autostrada A7.

L’auto è stata ritrovata mercoledì 22 nelle campagne nei pressi di Casorate Primo. Sul cruscotto c’era un tagliando di mancato pagamento dell’autostrada. Videocamere di sicurezza lo hanno filmato mentre girava per le strade di Casorate Primo, poi di Motta Visconti, distante meno di quattro chilometri, sull’altro lato del Naviglio, vicino al fiume Ticino e al Parco naturale della valle del Ticino.

In quella zona, hanno detto i genitori e gli amici agli investigatori, Sartori non conosceva nessuno, a quanto ne sapevano loro. E non era una zona che frequentava normalmente.

In particolare, una videocamera ha ripreso la sua auto alle 7.15 di sabato mattina vicino al cimitero di Motta Visconti. A quell’ora, mentre la videocamera riprendeva l’auto, il cellulare personale di Sartori era agganciato alla cella telefonica del paese. A quella cella si era già agganciato ore prima, alle 2.15. Dai riscontri della polizia non risulta traffico di chiamate mentre è stato riscontrato un traffico dati. Sartori stava utilizzando Internet, gli investigatori non hanno spiegato se risultino in quelle ore scambi di messaggi o telefonate su WhatsApp.

Sabato mattina Sartori non si era presentato agli appuntamenti di lavoro che aveva fissato. Sempre sabato mattina i genitori avevano dato l’allarme, e poco dopo erano iniziate le ricerche.

Giovedì 23, nei giardini Montanelli, a Porta Venezia, Milano,  sono stati ritrovati due mazzi di chiavi e il portafogli, svuotato, che si trovava nello zainetto rubato. Non è stata trovata traccia del cellulare aziendale e dei computer.

A ritrovare il corpo è stata la vice coordinatrice della protezione civile di Bereguardo che stava perlustrando la zona. I proprietari della cascina vicino a dove è stato effettuato il ritrovamento hanno detto di essere stati spesso in settimana in quei luoghi, ma di non aver notato nulla.

Sul corpo di Sartori sarà ora effettuata l’autopsia. Gli investigatori hanno detto finora che l’ipotesi più forte è al momento quella del suicidio.

La supposizione fatta dagli investigatori è che Giacomo Sartori sia arrivato nelle campagne del pavese seguendo il tracciato del cellulare aziendale. È possibile che stesse cercando i ladri del suo zaino e sia finito così in quella zona. Un’altra cosa che secondo i carabinieri non è chiara è come sia possibile che il corpo fosse a poche centinaia di metri dall’auto, e che però non sia stato trovato prima nel corso delle ricerche.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.

Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.