Il tribunale di Roma ha ordinato l’oscuramento di alcune pagine del giornale online Fanpage riguardanti un’inchiesta sui rimborsi illeciti ricevuti dalla Lega
Giovedì il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma, Paolo Andrea Taviano, ha ordinato l’oscuramento di alcune pagine del giornale online Fanpage in cui è contenuta un’inchiesta sui 49 milioni di euro di rimborsi elettorali ricevuti illecitamente dalla Lega.
L’inchiesta di Fanpage, intitolata “Follow the money”, parte dalla richiesta della procura di Genova di sequestrare i soldi che la Lega (allora Lega Nord) aveva ottenuto in maniera fraudolenta tra il 2008 e il 2010. Al momento della confisca, però, nei conti correnti del partito dei soldi non c’era traccia. La procura aveva quindi dato mandato alla Guardia di Finanza di indagare su dove fosse finito tutto quel denaro. Nell’inchiesta Fanpage aveva pubblicato un’intercettazione in cui l’ex sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, della Lega, diceva che l’attuale capo della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, «l’abbiamo messo noi». Durigon aveva querelato Fanpage dopo la pubblicazione del video lo scorso luglio.
Fanpage scrive che il gip ha ordinato il sequestro preventivo delle pagine contenenti l’inchiesta per diffamazione a mezzo stampa, nonostante i giornali online al pari di quelli cartacei non possano essere sottoposti a sequestro per questo tipo di reato, come previsto dall’articolo 21 della Costituzione.
«Non si può sequestrare e oscurare perché non vi è più l’esigenza cautelare», ha scritto il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, «in quanto il video e la notizia sono stati ripresi da più giornali, circolano in rete e sono quindi di dominio pubblico. E non si può procedere contro ignoti, come ha fatto il pm, quando gli autori dei servizi sono noti come lo è il direttore e possono difendersi se indagati, ma non possono se non sono iscritti». Al momento, comunque, le pagine dell’inchiesta oggetto dell’ordine di oscuramento risultano visibili.