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  • Martedì 21 settembre 2021

La blogger americana scomparsa durante un viaggio col fidanzato

Quella della 22enne Gabby Petito è la storia di cronaca nera più discussa del momento negli Stati Uniti: lui è ricercato per omicidio

Gabrielle “Gabby” Petito mentre parla con un agente della polizia dopo essere stata fermata assieme al compagno Brian Laundrie vicino all'ingresso dell'Arches National Park, in Utah, lo scorso 12 agosto (The Moab Police Department via AP)
Gabrielle “Gabby” Petito mentre parla con un agente della polizia dopo essere stata fermata assieme al compagno Brian Laundrie vicino all'ingresso dell'Arches National Park, in Utah, lo scorso 12 agosto (The Moab Police Department via AP)

Aggiornamento: La sera del 21 settembre l’FBI ha confermato con un’autopsia che il corpo ritrovato domenica in un parco naturale del Wyoming è quello di Gabby Petito. L’FBI ha specificato che la causa della morte sarà accertata attraverso ulteriori analisi, ma è molto probabile che si tratti di omicidio.

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Quest’estate la blogger americana Gabrielle “Gabby” Petito era partita col fidanzato Brian Laundrie per un viaggio “on the road” su un furgoncino bianco, da New York fino agli stati occidentali degli Stati Uniti. Lo scorso primo settembre Laundrie è rientrato a casa sua, in Florida, ma senza Petito, che abitava con lui e i suoi genitori: le autorità sospettano che la ragazza possa essere stata uccisa proprio dal fidanzato, di cui non si hanno notizie da alcuni giorni.

Il caso ha attirato l’attenzione dei media statunitensi ma anche quella di molti utenti dei social network: sia Petito che Laundrie infatti volevano diventare famosi come influencer, e adesso in molti stanno cercando di analizzare le informazioni disponibili online per scoprire qualcosa di più sul caso.

Lunedì l’FBI ha perquisito la casa di Laundrie, che ha 23 anni e ha fatto perdere le sue tracce il 14 settembre, tre giorni dopo che i genitori di Petito avevano denunciato la scomparsa della figlia. Nel frattempo martedì ci sarà un’autopsia per analizzare i resti di una donna che sono stati ritrovati in un cantiere vicino a un campeggio nel parco naturale della Bridger-Teton National Forest, in Wyoming, e che secondo le prime ricostruzioni dell’FBI sono compatibili con quelli della ragazza.

In base alle testimonianze raccolte finora, Petito, che ha 22 anni, sarebbe stata vista l’ultima volta il 24 agosto, mentre andava via da un albergo di Salt Lake City, nello Utah; il giorno seguente aveva postato le sue ultime foto sui social network. Durante il viaggio aveva condiviso moltissimi post online e aveva parlato in diverse occasioni con la madre, che ora sostiene di aver capito dalle ultime conversazioni che erano in corso tensioni tra la figlia e il fidanzato. Il 27 agosto la donna aveva ricevuto dalla figlia un messaggio «strano»: le diceva che il nonno non rispondeva al telefono invitandola ad andarlo ad aiutare, chiamandolo però col nome di battesimo, Stan, invece che “nonno”.

Dopo il messaggio del 27 agosto il telefono di Petito è sempre stato irraggiungibile e non sono più comparsi suoi post sui social media. Il 30 agosto la madre aveva ricevuto un altro messaggio che diceva “Non c’è campo allo Yosemite” – uno dei parchi naturali più noti della California: gli avvocati della famiglia dubitano però che lo abbia scritto lei.

Queste incongruenze hanno portato alla perquisizione dell’abitazione di Laundrie. I genitori del ragazzo hanno detto di averlo visto l’ultima volta martedì scorso: la polizia aveva organizzato una massiccia campagna di ricerche nella Carlton Reserve, un’area naturale vicino alla costa occidentale della Florida centrale non lontano da casa sua, ma ha smesso di cercarlo dopo aver esaminato tutte le zone circostanti. Le autorità hanno sequestrato la Ford Mustang di Laundrie e vari oggetti, tra cui un hard disk esterno trovato sul furgoncino sul quale i due avevano viaggiato, che è registrato a nome di Petito.

A ogni modo, il caso della giovane blogger ha attirato l’attenzione dei media anche per alcune segnalazioni che erano arrivate durante la loro vacanza.

CNN ha scritto di aver ottenuto le registrazioni di una chiamata del 911 inoltrata a inizio agosto all’ufficio dello sceriffo di Moab, nello Utah, in cui veniva segnalato un uomo che aveva dato uno schiaffo a una donna e aveva continuato a malmenarla finché i due non avevano ripreso il loro viaggio, a bordo di un furgoncino bianco con la targa della Florida. Alcuni giorni dopo, il 12 agosto, Petito e Laundrie erano stati fermati dalla polizia dello Utah non lontano dall’ingresso dell’Arches National Park, vicino al confine col Colorado.

Le immagini riprese dalle telecamere indossate dagli agenti, pubblicate su YouTube, indicano che la coppia aveva avuto una discussione. La polizia aveva consigliato a Laundrie di passare la notte in un albergo, senza Petito, ma non aveva arrestato nessuno dei due: secondo il rapporto scritto dagli agenti, nonostante avessero avuto un diverbio, «sia il maschio che la femmina avevano detto di essere innamorati e fidanzati e non volevano in alcun modo che qualcuno di loro fosse incriminato».

 

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Il caso di Petito, scrive Vice, «è diventato un’ossessione» perché come succede spesso i media statunitensi danno ampio spazio alle storie di giovani donne bianche scomparse, ma non soltanto: l’interesse dipende dal fatto che entrambi hanno lasciato numerose tracce sui loro profili TikTok, Instagram e YouTube, che potrebbero essere interpretate per elaborare teorie più o meno credibili sul caso.

Per fare un esempio, un’utente di TikTok ha notato che il giorno successivo all’ultimo messaggio ricevuto dalla madre di Petito su una playlist di Spotify della giovane erano state aggiunte alcune canzoni piuttosto tormentate. Un’altra utente del social network, Miranda Baker, sostiene di aver dato un passaggio a Laundrie, che stava facendo l’autostop vicino al luogo in cui la polizia sospetta che fosse sparita la sua fidanzata. Il video di Baker è stato visto più di 9 milioni di volte. Una persona ha commentato: «Giuro che TikTok risolverà questo caso prima dell’FBI; forza, gente!»

– Leggi anche: Il nuovo processo sul vecchio omicidio di Serena Mollicone