Gli Ordini dei medici non riescono a radiare i propri membri “no vax”
Lo ha spiegato il presidente della federazione nazionale Filippo Anelli, dando la colpa a un inghippo burocratico
Negli ultimi mesi molte aziende sanitarie hanno iniziato a sospendere gli operatori sanitari non ancora vaccinati, come prevede la legge che all’inizio di aprile ha introdotto l’obbligo vaccinale per medici, infermieri e tutte le altre figure professionali che lavorano nella sanità. Alle sospensioni, però, non seguirebbero le conseguenti radiazioni dagli Ordini provinciali. Lo ha detto Filippo Anelli, il presidente della federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCEO).
In un’intervista allo HuffPost, Anelli ha detto che al momento circa 1.500 medici non si sono ancora vaccinati. Non tutti devono essere considerati “no vax” – il 30 per cento dei non vaccinati si è prenotato dopo le segnalazioni inviate dalle aziende sanitarie – ma secondo Anelli ci sarebbe una quota residua di medici “no vax” che definisce «duri e puri» e che stima tra lo 0,1 e lo 0,2 per cento del totale dei medici. Sarebbero loro, i medici che gli Ordini non riescono a radiare.
L’assurdo è che non riusciamo a radiarli, neanche quelli che fanno propaganda contro i vaccini. Noi molti di questi medici proviamo anche a radiarli, ma loro fanno ricorso e la sanzione si sospende, non diventa mai effettiva.
Il problema sembra essere burocratico. Il ricorso dei medici e la successiva eventuale radiazione, spiega Anelli, devono essere esaminati dalla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, un organo di giurisdizione speciale istituito presso il ministero della Salute, i cui componenti vengono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. La commissione, però, è scaduta nel 2020. Anelli ha spiegato che la federazione degli Ordini ha provato «a far pressioni interpellando sia il ministro della Salute Speranza che quello della Giustizia Cartabia», per chiedere di rinnovarla: al momento non ha ottenuto risposte.