La Calabria resta in zona bianca
La regione non passerà in zona gialla, come ipotizzato da molti nei giorni scorsi, perché da martedì 14 la situazione dei ricoveri è migliorata
Il ministero della Salute ha comunicato che la Calabria resterà in zona bianca nonostante da sabato 11 a martedì 14 settembre avesse superato le soglie di allerta che determinano il passaggio in zona gialla, che quindi era stata ipotizzata da diversi giornali.
Per passare dalla zona bianca alla zona gialla, una regione deve avere un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e, allo stesso tempo, un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 superiore al 15 per cento, e superiore al 10 per cento in terapia intensiva.
In base all’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la Calabria aveva superato tutte e tre le soglie fino a martedì 14: tra il 10 e il 16 settembre erano stati rilevati 84,8 casi ogni 100mila abitanti; il 14 settembre – la Cabina di regia considera i dati del martedì precedente e i posti letto disponibili comunicati il mese precedente – il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale per i ricoverati per COVID-19 risultava del 17,4 per cento, mentre quello dei reparti di terapia intensiva del 10,7 per cento.
La cabina di regia ha comunque valutato che il miglioramento degli indicatori registrato da martedì 14 settembre in poi fosse sufficiente per evitare il passaggio in zona gialla.
La Sicilia rimane così l’unica regione in zona gialla, comunque con misure restrittive piuttosto blande. È obbligatorio indossare la mascherina all’aperto, non solo nei luoghi affollati, e ci sono limiti di capienza più restrittivi per gli eventi: la capienza non potrà essere superiore al 50 per cento di quella massima consentita e il numero di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli eventi all’aperto, compresi concerti e partite di calcio, e a 1.000 per quelli al chiuso. Possono inoltre sedersi allo stesso tavolo del ristorante al massimo 4 persone, sia all’aperto che al chiuso, mentre in zona bianca il limite al chiuso è di 6 persone e all’aperto non c’è limite. Non ci sono invece restrizioni agli spostamenti e nemmeno il coprifuoco, tolto lo scorso 21 giugno.
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L’altra regione che rischiava di passare in zona gialla era la Sardegna, dove da settimane la situazione dei ricoveri per COVID-19 sfiora il massimo consentito per restare zona bianca. Pur avendo fatto registrare 117,4 casi ogni 100mila abitanti e un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dell’11,3 per cento, il tasso di occupazione in area medica è rimasto del 12,5 per cento, al di sotto della soglia del 15.
A livello nazionale l’ISS registra invece una diminuzione dell’Rt,, cioè l’indice che serve a misurare quanto viene trasmesso il virus. Nell’ultima settimana è stato pari a 0,83, mentre la scorsa era stato 0,92: in entrambi i casi è sotto la soglia epidemica, ovvero ogni infetto contagia in media meno di 1 individuo. Nell’ultima settimana è stata anche rilevata una diminuzione dell’incidenza dei casi a livello nazionale, che è passata dai 64 casi ogni 100 mila abitanti della scorsa settimana ai 54 casi di questa.
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