La Francia si è arrabbiata per essere stata esclusa dal patto anti-Cina
Ha definito il trattato che doterà l'Australia di sottomarini nucleari «una pugnalata alle spalle» da parte degli Stati Uniti
L’annuncio di un nuovo patto militare per il contenimento della Cina nella regione del Pacifico, fatto mercoledì sera dai leader di Stati Uniti, Regno Unito e Australia, ha provocato reazioni molto critiche non soltanto da parte della Cina – come era prevedibile – ma soprattutto da parte di alcuni alleati. La Francia, in particolare, ha definito l’esclusione dal patto militare come un tradimento della fiducia e «una pugnalata alle spalle», e ha paragonato la decisione di Biden alle sconsiderate decisioni di politica estera del suo predecessore, Donald Trump: come hanno notato diversi media, era dai tempi dell’intervento americano in Iraq nel 2003 che non veniva usata una retorica così dura tra i due alleati.
La ragione immediata della delusione della Francia è anzitutto economica: il patto militare appena annunciato (che si chiama AUKUS, acronimo di Australia, United Kingdom e United States) ha come prima e principale iniziativa quella di dotare l’Australia di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare, per consentirle di operare nella regione dell’Indo-Pacifico, un’ampia e strategica area che va dalle coste orientali dell’Africa fino alle isole del Pacifico. Si tratta di una tecnologia sofisticata e strategicamente rilevante, che attualmente è posseduta soltanto da sei paesi al mondo.
Il problema è che, ora che sta avviando un programma di costruzione di sottomarini nucleari, l’Australia ha rescisso unilateralmente un contratto di fornitura di sottomarini tradizionali proprio con la Francia, dal valore di 66 miliardi di dollari (circa 56 miliardi di euro).
Per la Francia, al danno economico si aggiunge una certa umiliazione diplomatica: come ha scritto il New York Times, gli Stati Uniti avrebbero comunicato al governo francese che intendevano dotare l’Australia di sottomarini nucleari (e dunque che il contratto francese sarebbe stato cancellato) soltanto poche ore prima dell’annuncio pubblico.
Philippe Étienne, ambasciatore francese a Washington e uno dei più noti diplomatici francesi, ha detto di aver saputo del patto militare AUKUS dai mezzi d’informazione. Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza nazionale di Biden, l’avrebbe chiamato soltanto dopo che la notizia era ormai diventata pubblica.
Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa francese, ha reagito in maniera molto dura all’annuncio: «È una pugnalata alle spalle. Avevamo stabilito una relazione di fiducia con l’Australia, e questa fiducia è stata tradita». Le Drian se l’è presa soprattutto con l’amministrazione Biden, che è stata la promotrice di AUKUS: «Questo non si fa tra alleati», ha detto, aggiungendo che la decisione di Biden è stata «unilaterale, brutale e imprevedibile». La Francia, ha detto Le Drian, tenterà comunque di far valere i contratti firmati con l’Australia.
Giovedì sera l’ambasciata francese a Washington ha cancellato in segno di protesta un evento organizzato per celebrare l’anniversario della battaglia di Chesapeake, in cui la Francia aiutò gli americani a sconfiggere la flotta inglese nel corso della Guerra d’indipendenza, nel 1781.
Per la Francia, il fatto di essere stata esclusa dall’alleanza è anche un’umiliazione strategica. Il presidente francese Emmanuel Macron cerca da alcuni anni di posizionare il suo paese come una potenza militare nella regione dell’Indo-Pacifico, e l’esclusione da AUKUS è stata interpretata come la prova che gli Stati Uniti non la considerano tale. Come ha scritto Politico Europe, anzi, gli Stati Uniti sono piuttosto esasperati dal fatto che gli alleati europei (soprattutto Francia e Germania) cerchino sistematicamente di moderare e annacquare le iniziative di contenimento della Cina, per paura di danneggiare i rapporti commerciali.
Negli anni scorsi Macron si era anche fatto promotore a livello di Unione Europea dello sviluppo di una strategia comunitaria sempre nell’Indo-Pacifico, e aveva convinto gli altri paesi membri che l’Unione Europea avrebbe avuto un ruolo rilevante da giocare nella regione.
Dopo una lunga preparazione, la strategia europea per l’Indo-Pacifico è stata presentata giovedì: avrebbe dovuto essere un momento importante per la diplomazia europea, ma ovviamente è stata oscurata dall’annuncio di AUKUS. Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera europea che ha presentato la strategia, in conferenza stampa ha ricevuto domande in gran parte concentrate sul patto americano e non sull’iniziativa europea.
Anche lui ha espresso «rammarico» per la decisione degli Stati Uniti di escludere l’Europa dal patto, ma ha anche detto, con un riferimento piuttosto chiaro alla Francia, che non bisogna «drammatizzare» la situazione.