Cosa decide oggi il governo sul Green Pass
Dovrebbe estenderne l'obbligo a tutti i lavoratori, del settore pubblico e privato, ma ci sono ancora contrasti con e nella Lega
Oggi alle 16 si riunirà il Consiglio dei ministri per approvare un nuovo decreto legge che dovrebbe estendere l’obbligo del Green Pass a tutti i lavoratori a partire dalla metà di ottobre. Mercoledì pomeriggio, al termine di una riunione con il presidente del Consiglio Mario Draghi, i segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno detto che l’intenzione del governo è di approvare un singolo decreto valido sia per i lavoratori del settore pubblico che di quello privato.
Non si conoscono ancora i dettagli del decreto, che saranno esaminati in mattinata dalla Cabina di regia e poi dalla Conferenza delle Regioni.
Secondo quanto detto da fonti di governo ai giornali, nel settore pubblico l’obbligo del Green Pass dovrebbe funzionare come già succede per il personale scolastico, con la sospensione dal lavoro e dallo stipendio se ci si assenta per cinque giorni a causa della mancanza della certificazione. Nel settore privato, invece, la sospensione dovrebbe avvenire dopo un giorno di assenza. Un punto che dovrà essere chiarito riguarda i tamponi, che i sindacati hanno chiesto di rendere gratuiti per tutti i lavoratori che non sono vaccinati: al momento sembra che il governo voglia renderli gratuiti solo per un primo periodo, per poi contribuire con fondi pubblici a ridurne il prezzo di vendita
Draghi e diversi esponenti del governo avrebbero voluto approvare il nuovo decreto già la settimana scorsa, ma alla fine si era deciso solamente di estendere l’obbligo vaccinale nelle strutture socio-assistenziali e di rendere obbligatorio il Green Pass per chi entra nelle scuole, approvando il cosiddetto “decreto Green Pass bis”.
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La decisione di posticipare il nuovo decreto si deve ai contrasti nella maggioranza con la Lega, che si è più volte detta contraria a un’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori. Questa posizione è stata espressa anche mercoledì dal leader del partito, Matteo Salvini, che poco prima della riunione del Consiglio dei ministri con i sindacati aveva detto di aver parlato con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, il quale gli avrebbe assicurato che «al momento non esiste un progetto definito sull’estensione del Green Pass».
In realtà proprio Giorgetti è da giorni uno dei pochi esponenti della Lega favorevole all’estensione del Green Pass, e mercoledì pomeriggio ha anche partecipato alle trattative con i sindacati. Riguardo all’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori e alle tensioni nella maggioranza di governo, pochi giorni fa Giorgetti aveva detto che «quando siamo entrati al governo sapevamo di assumerci il peso e la responsabilità di una situazione complicata e difficile: lo stare al governo significa assumersi responsabilità e prendere decisioni anche se qualcuno non è contento, ma fa parte delle regole del gioco».
L’opposizione della Lega ha riguardato sia il nuovo decreto che l’approvazione in Parlamento del cosiddetto “decreto Green Pass” dello scorso luglio, quello che aveva reso il certificato necessario per accedere in molti luoghi pubblici, sui trasporti a lunga percorrenza e per il personale scolastico.
Nella discussione alla Camera, la Lega aveva inizialmente assicurato il proprio appoggio al governo su tutte le votazioni, salvo poi votare con l’opposizione per abolire l’obbligo di esibire il Green Pass in alcune circostanze. Alla fine la Camera aveva approvato il decreto con anche grazie al voto favorevole della Lega, che però aveva partecipato alla votazione con solo 45 deputati presenti su 132.
L’approvazione definitiva del “decreto Green Pass” (quello di luglio) è arrivata mercoledì al Senato, dove la Lega ha votato alla fine a favore, dato che il governo aveva posto la fiducia sul testo (un voto contrario avrebbe rischiato di far cadere il governo). I contrasti però non si sono risolti: poco prima della votazione, la stessa Lega aveva infatti votato contro la maggioranza e insieme all’opposizione nell’approvazione del cosiddetto “decreto Green Pass bis” nella commissione Cultura della Camera, che poi aveva comunque approvato il provvedimento anche senza i voti della Lega.