I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
Sono calati i nuovi contagi e i nuovi ingressi in terapia intensiva; e dopo la crescita dell'ultimo mese e mezzo, anche i morti
Nell’ultima settimana c’è stato un calo significativo dei nuovi casi di coronavirus, sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva e dopo la crescita dell’ultimo mese e mezzo sono calati anche i decessi. La situazione epidemiologica sembra essere migliorata in Sicilia e Sardegna, le due regioni che ad agosto avevano registrato più contagi in rapporto alla popolazione, mentre la Calabria rischia di passare dalla zona bianca alla zona gialla a causa di un aumento dei ricoveri.
Dal 9 al 15 settembre in Italia sono stati trovati 32.621 nuovi casi di coronavirus, il 16,2 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. È un segnale incoraggiante anche se è difficile capire se questo andamento verrà confermato dopo l’apertura delle scuole e il ritorno in ufficio di milioni di persone con la fine delle vacanze estive.
Già nella prima settimana di anno scolastico è stata attivata la didattica a distanza dopo la scoperta di casi tra gli studenti: nei primi tre giorni di scuola, nei comuni dell’azienda sanitaria delle province di Milano e Lodi sono state messe in quarantena 37 classi per circa un migliaio di alunni. Anche in altre città come Roma, Torino, Padova, Reggio Emilia, Bolzano e Napoli è stata attivata la didattica a distanza in alcune classi.
Nell’ultima settimana i morti per COVID-19 sono stati 393, il 5,8 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti.
Come era già successo nell’ultimo monitoraggio, le uniche due regioni dove non sono stati segnalati decessi sono state il Molise e la Valle d’Aosta. In Sicilia i morti sono stati 124, il 31 per cento di tutti i decessi segnalati in Italia e con un’incidenza di 2,5 morti ogni 100mila abitanti. Anche in Calabria e in Sardegna l’incidenza dei decessi è stata piuttosto alta rispetto al resto d’Italia: in entrambe le regioni è morta una persona ogni 100mila abitanti.
L’andamento dei decessi, in calo, è una delle conferme dell’efficacia dei vaccini contro le forme gravi della COVID-19. In questo grafico si può osservare che nelle ultime settimane non c’è stato un aumento dei decessi così come era successo dopo la crescita dei contagi nelle prime tre ondate dell’epidemia.
La tabella pubblicata nell’ultimo bollettino di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità mostra la percentuale di persone vaccinate nella popolazione generale e i casi di infezione, i ricoverati nei reparti ordinari, in terapia intensiva e i deceduti, in base allo stato vaccinale.
Rispetto all’ultimo bollettino, la percentuale dei positivi al coronavirus tra i completamente vaccinati è leggermente aumentata. Non significa che i vaccini non funzionano: è inevitabile che in una popolazione con più vaccinati rispetto ai non vaccinati i casi di contagiati e malati aumentino nel primo gruppo, fino a superare in termini assoluti quelli tra la popolazione che non si è vaccinata. Nelle prossime settimane quello che viene chiamato “paradosso vaccinale” sarà sempre più evidente, soprattutto se molte altre persone aderiranno alla campagna vaccinale.
Il numero dei tamponi eseguiti è rimasto stabile rispetto ai sette giorni precedenti: ne sono stati fatti 1,9 milioni. Sono state testate per la prima volta 393mila persone. È diminuito anche il tasso di positività dei tamponi molecolari.
Nelle ultime due settimane la Sicilia è stata in zona gialla: le misure restrittive rimarranno almeno per la prossima settimana. Anche la Calabria rischia di passare dalla zona bianca alla zona gialla. La decisione spetta al ministero della Salute che dovrà valutare i dati dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari.
Per passare dalla zona bianca alla zona gialla, una regione deve avere un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e, allo stesso tempo, un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 superiore al 15 per cento, e superiore al 10 per cento in terapia intensiva.
La province con l’incidenza più alta sono state Siracusa, in Sicilia, Reggio Calabria e Crotone, in Calabria. La situazione epidemiologica è migliorata nella provincia di Cagliari, dove nelle ultime settimane era stata registrata un’incidenza piuttosto elevata.
Sono calati anche i ricoveri in terapia intensiva: sono stati 247, il 15,1 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. La Valle d’Aosta è l’unica regione in cui non ci sono pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID-19.
Al momento in Italia 42,6 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 40,4 milioni risultano completamente vaccinate. Il 71,9% della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 68,3% ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’88,3 per cento delle dosi disponibili.
Dopo il calo del mese di agosto non c’è più stata una netta ripresa delle somministrazioni giornaliere. La campagna vaccinale ha rallentato e il calo è molto evidente nella somministrazione delle prime dosi.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.