Alle isole Fær Øer sono stati uccisi quasi 1.500 delfini in un giorno solo
Potrebbe essere stata la più grande uccisione di delfini della storia faroese, dove la caccia ai cetacei è una tradizione locale
Domenica alle isole Fær Øer, arcipelago del Regno di Danimarca nel nord dell’oceano Atlantico, sono stati uccisi quasi 1.500 delfini. In questo territorio, che si trova poche centinaia di chilometri a nord della Scozia, la caccia di delfini e di altri cetacei come i globicefali (conosciuti anche come “balene pilota”) fa parte delle tradizioni locali, ma secondo il Guardian la mattanza di domenica avrebbe colpito molto anche le persone del posto: il gruppo di attivisti di Sea Shepherd, che è impegnato per fermare la caccia in mare aperto, l’ha definita «la più grande uccisione di delfini o globicefali della storia faroese».
Secondo le ricostruzioni dei media locali e degli attivisti, centinaia di delfini leucopleuri (Leucopleurus acutus) sono stati condotti verso le acque poco profonde della spiaggia di Skálabotnur, sull’isola di Eysturoy, dove sono stati lasciati a lungo in agonia prima di essere uccisi; molti di loro erano stati investiti dalle barche a motore e trucidati dalle eliche.
In totale i delfini uccisi sono stati 1.428: quasi il numero massimo di quelli che possono essere uccisi nei sei mesi della stagione di caccia annuale a Taiji, in Giappone, e comunque molti di più di quelli che vengono uccisi in realtà (è stato stimato che nell’ultima stagione siano stati uccisi 547 delfini e 140 siano stati catturati).
On Sunday night a super-pod of 1428 Atlantic White-Sided Dolphins was driven for many hours and for around 45 km by speed boats and jet-skis into the shallow water at Skálabotnur beach in the Danish Faroe Islands, where every single one of them was killed. https://t.co/uo2fAPhCDq
— Sea Shepherd (@seashepherd) September 14, 2021
Sea Shepherd ha scritto che la caccia di domenica è stata «crudele e inutile», anche perché sarebbe stata effettuata senza le autorizzazioni necessarie e da persone che non avevano la licenza per parteciparvi, e che pertanto non conoscevano i metodi per uccidere rapidamente i cetacei. Secondo i dati di Sea Shepherd, quella di domenica potrebbe essere la più grande uccisione di cetacei in una singola giornata di sempre in tutto il mondo: il precedente massacro più grosso alle isole Fær Øer risaliva al 1940, quando erano stati uccisi 1.200 globicefali.
La caccia ai cetacei, in faroese “Grindadráp”, è approvata e regolamentata dalle autorità locali ed è un evento significativo per la gente del posto, che si raduna per assistere all’uccisione degli animali e poi si divide la carne.
Heri Petersen, responsabile dell’associazione di caccia dell’area di Skálabotnur, ha detto al sito di news locale In.fo che i delfini sono stati lasciati in agonia troppo a lungo prima di essere uccisi e si è detto inorridito dalla vicenda; anche Hans Jacob Hermansen, ex presidente dell’Associazione per la caccia ai cetacei faroese, ha detto alla tv locale Kringvarp Føroya di essere rimasto sconcertato, aggiungendo che l’evento «rovina tutto il lavoro che abbiamo fatto per preservare la Grindadráp».