Il judoka algerino che si era ritirato dalle Olimpiadi per non affrontare un atleta israeliano è stato squalificato per 10 anni
Il judoka algerino Fethi Nourine, che a luglio si era ritirato dalle Olimpiadi di Tokyo per evitare di affrontare un atleta israeliano, è stato squalificato per dieci anni dalla Federazione internazionale di judo (IJF) assieme al suo allenatore, Amar Benikhlef. La IJF aveva già sospeso temporaneamente sia Nourine sia Benikhlef, sostenendo che i due avessero utilizzato le Olimpiadi «come una piattaforma di protesta per fare propaganda religiosa e politica» e violato il codice etico dei Giochi. Adesso nessuno di loro potrà partecipare agli eventi organizzati dalla Federazione fino al 23 luglio del 2031: i due potranno comunque fare ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport, un’organizzazione internazionale indipendente che ha sede a Losanna.
Lo scorso 22 luglio Nourine si era ritirato dalle Olimpiadi perché, a seguito di un sorteggio, avrebbe potuto affrontare il judoka israeliano Tohar Butbul nel secondo turno della categoria 73 kg. Nourine non aveva ancora combattuto al primo turno, e avrebbe dovuto vincere contro il suo primo avversario per poter arrivare al secondo, ma aveva preferito ritirarsi comunque, dicendo che gli sarebbe stato impossibile affrontare Butbul a causa del coinvolgimento di Israele nel conflitto israelo-palestinese. Benikhlef aveva detto ai giornali algerini che «si erano dovuti ritirare» perché erano stati «sfortunati col sorteggio», aggiungendo che avevano «fatto la scelta giusta».
Nelle competizioni sportive internazionali era già successo che altri atleti di paesi musulmani si fossero rifiutati di gareggiare contro atleti israeliani. Alle Olimpiadi di Rio 2016, per esempio, il judoka egiziano Islam El Shababi si era rifiutato di stringere la mano all’israeliano Or Sasson dopo un combattimento. Questa peraltro era la seconda volta che Nourine decideva di ritirarsi per non incontrare Butbul: lo aveva fatto già nel 2019, ai Campionati del mondo di judo.
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