In nove regioni è ricominciata la scuola
Sarà il primo anno scolastico con l'obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori, ma ci sono ancora alcune incognite
Lunedì mattina è iniziato l’anno scolastico per gli studenti di nove regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle D’Aosta e provincia autonoma di Trento. In tutto sono rientrati 3,8 milioni di studenti. Nei prossimi giorni riapriranno le scuole anche nelle restanti regioni: gli ultimi a iniziare l’anno scolastico saranno gli studenti di Calabria e Puglia, lunedì 20 settembre. Rispetto allo scorso anno sono cambiate alcune misure per il contenimento della pandemia da coronavirus, di cui si discute ormai da diverse settimane: rimangono però diverse incognite sulla loro applicazione ed efficacia, che probabilmente si dipaneranno soltanto nelle prossime settimane.
Il cambiamento più grande riguarda l’obbligo di Green Pass per insegnanti e personale ATA (oltre che per docenti e studenti universitari), considerato fondamentale per la ripartenza delle lezioni in presenza e per tenere sotto controllo l’andamento dei contagi. Giovedì 9 settembre è stata diffusa l’applicazione del ministero dell’Istruzione che permette di controllare in tempo reale lo stato del Green Pass di insegnanti e personale ATA, in modo da velocizzare le procedure di controllo: alcuni presidi però, temendo disagi e malfunzionamenti, hanno fatto sapere che continueranno a utilizzare la piattaforma nazionale per il controllo del Green Pass attraverso il codice QR.
In base al decreto legge del 6 agosto, l’insegnante o il dipendente della scuola senza Green Pass non potrà entrare nella struttura e la sua sarà considerata un’assenza ingiustificata. Dopo cinque giorni di assenza verrà sospeso o sospesa, senza retribuzione. Per chi non è in regola è prevista inoltre una sanzione che va dai 400 ai 1000 euro, come per tutti gli altri ambiti in cui è in vigore l’obbligo del Green Pass.
Secondo l’ultimo rapporto sulla scuola del commissario straordinario per l’emergenza COVID-19, più del 90 per cento fra insegnanti e personale ATA è vaccinato: i non vaccinati invece sono circa 103mila, poco meno del 7 per cento del totale. In media ad ogni scuola dovrebbero mancare due persone fra insegnanti e dipendenti.
In certe regioni la situazione è peggiore che altrove: nelle scuole calabresi, per esempio, il 29,3 per cento degli insegnanti e dei dipendenti scolastici non ha ancora ottenuto la prima dose, mentre almeno ufficialmente hanno ricevuto almeno una dose tutti gli insegnanti e dipendenti in Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Toscana.
Giovedì il governo ha deciso con un decreto apposito che dovranno avere il Green Pass anche tutti quelli che vogliono entrare in una scuola, come gli operatori delle mense o delle pulizie che sono dipendenti di ditte esterne, o ancora i genitori degli alunni che nei primi giorni soprattutto alle scuole elementari accompagnano fisicamente i bambini in classe.
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Rispetto all’anno scorso rimarrà obbligatorio per studenti e insegnanti indossare sempre la mascherina in classe (a eccezione dei bambini di età inferiore ai sei anni, degli studenti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, e di chi è impegnato in attività sportive). Il ministero raccomanda poi, quando è possibile, di mantenere un distanziamento fisico di almeno 1 metro, ma non sarà più obbligatorio; e infine non potranno accedere alle scuole studenti e insegnanti con sintomatologie respiratorie o una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
Anche quest’anno sarà prevista la quarantena per chi è stato in contatto con un positivo al coronavirus: sarà l’ASL a decidere se isolare l’intera classe oppure i soli compagni di banco del bambino o della bambina positiva. I giorni di quarantena saranno sette per le persone vaccinate, dieci per le non vaccinate. Per tornare in classe bisognerà comunque sottoporsi ad un tampone, anche antigenico, che deve risultare negativo.
Alcune misure saranno comunque introdotte ad anno scolastico iniziato, come i test salivari a campione su studenti e insegnanti per rilevare in anticipo eventuali focolai. Repubblica scrive che «il protocollo è pronto da qualche giorno, l’idea è di coinvolgere 110mila studenti al mese», ma finora non sono state diffuse comunicazioni ufficiali.
Servirà qualche giorno per aggiustare anche il trasporto pubblico locale. Da questa estate la capienza massima dei mezzi è tornata all’80 per cento, ma è probabile che nelle fasce orarie frequentate soprattutto dagli studenti delle superiori il picco venga superato. Nel caso, i presidi dovranno adottare un ingresso ad orari scaglionati, come già sperimentato l’anno scorso da alcuni istituti.
A Milano per esempio è già entrato in vigore un piano per fare entrare in classe su due turni gli studenti delle scuole superiori: il 70 per cento entrerà alle 8, mentre il 30 per cento dopo le 9.30. Oltre al potenziamento di metropolitane e autobus, sono inoltre attive 120 navette per alleggerire i mezzi pubblici che interessano le scuole più numerose.