Il primo volo internazionale da Kabul dopo il ritiro americano
Ha portato in Qatar un centinaio di cittadini occidentali ancora in Afghanistan, ma concludere l'evacuazione sarà complicato
Giovedì notte è atterrato a Doha, in Qatar, il primo volo di linea internazionale partito dall’aeroporto di Kabul, la capitale dell’Afghanistan, dopo la caotica evacuazione delle forze occidentali dal paese nelle scorse settimane. Il volo trasportava più di 100 cittadini stranieri, tra statunitensi, canadesi, britannici e altri, comprese molte persone con doppia cittadinanza: afghana e di un paese occidentale.
Il volo è il primo tentativo di risolvere la complessa questione diplomatica creatasi con l’improvvisa ritirata delle forze occidentali, che ha lasciato in Afghanistan decine di migliaia di persone tra cittadini stranieri e afghani che avevano collaborato con l’esercito degli Stati Uniti durante l’occupazione, e che avrebbero diritto a essere evacuati dal paese.
Il volo segna anche la ripresa dell’attività dell’aeroporto di Kabul, che nelle scorse settimane era diventato l’ultima area dell’Afghanistan occupata dalle forze occidentali, e che era anche stato oggetto di un grave attentato terroristico da parte dello Stato Islamico.
Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani, ha detto che la riapertura dell’aeroporto è un’occasione «per tutti i musulmani all’estero che vogliono venire a dare una mano al popolo afghano». Al momento dell’evacuazione, ha detto il portavoce talebano, gli americani avevano manomesso i radar e altre strumentazioni dell’aeroporto, e sono stati necessari alcuni giorni e l’aiuto di paesi stranieri come il Qatar e la Turchia per renderlo di nuovo operativo.
L’aereo partito da Kabul appartiene alla Qatar Airways, la compagnia di bandiera del Qatar, paese che negli ultimi anni ha mantenuto buoni rapporti con i talebani e che dopo la conquista dell’Afghanistan ha di fatto tenuto aperti i canali diplomatici e commerciali, inviando anche aiuti al nuovo regime. Una volta arrivati a Doha, i passeggeri potranno imbarcarsi su voli per le loro destinazioni finali.
Un funzionario qatariota, Majed al Qahtani, ha anche partecipato alla conferenza stampa per la riapertura dell’aeroporto e ha detto che si tratta di un momento «storico» per il paese. Al Qahtani ha detto inoltre che ci saranno nuovi voli già venerdì.
In Afghanistan si trova ancora un numero imprecisato di cittadini occidentali, più decine di migliaia di cittadini afghani che avevano collaborato con l’esercito statunitense e che erano entrati in un programma di protezione del governo americano che avrebbe dovuto garantire a loro e alle loro famiglie l’ingresso negli Stati Uniti. Questo programma è stato però interrotto a causa della rapidissima conquista talebana.
Ora che non hanno più una presenza in Afghanistan, gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali sono dunque costretti ad affidarsi alla buona volontà dei talebani per fare uscire dal paese i loro cittadini e i collaboratori afghani. In un comunicato Emily Horne, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha detto che nella gestione del primo volo partito da Kabul i talebani sono stati «collaborativi»: «Hanno mostrato flessibilità e sono stati seri e professionali nella gestione dei rapporti con noi. Questo è un primo passo positivo».
Il completamento dell’evacuazione dei cittadini occidentali e dei collaboratori afghani rimane comunque molto lontano, soprattutto perché finora i talebani hanno garantito l’uscita dal paese soltanto a persone che già possiedono la cittadinanza straniera (e anche tra chi è cittadino straniero ci sono comunque diverse persone che non possono partire, perché non vogliono lasciare la famiglia o per altre ragioni). Non è affatto detto, invece, che consentiranno ai cittadini afghani che hanno collaborato con le forze occidentali di lasciare il paese.