C’è un tentativo di colpo di stato in Guinea
Un gruppo di soldati ha annunciato di avere preso il potere con un discorso televisivo, mentre da ore girano le immagini del presidente Alpha Conde circondato da uomini armati
In Guinea, un piccolo paese dell’Africa occidentale, è in corso da stamattina un tentativo di colpo di stato da parte di un pezzo dell’esercito. Lo riportano diverse fonti locali e siti che si occupano di Africa, fra cui anche la rivista Jeune Afrique. Da alcune ore sui social network circolano foto e video del presidente del paese, l’83enne Alpha Conde, circondato da soldati di un corpo speciale di sicurezza, il Groupement des forces spéciales (GPS). Il capo del corpo, Mamady Doumbouya, è già apparso sulla tv nazionale per dichiarare dissolto il governo e gli altri organismi elettivi.
Al momento non è chiaro se altri pezzi dell’apparato statale o militare guineano stiano cercando di gestire il tentativo di colpo di stato. Prima del messaggio televisivo di Doumbouya, sui social network erano circolati diversi video che mostravano alcuni edifici governativi della capitale Conakry in fiamme e soldati per le strade. Stamattina una fonte militare di Reuters aveva raccontato che il ponte che collega il quartiere delle istituzioni di Conakry al resto della città era chiuso e sorvegliato da alcuni soldati.
Guinea junta on state tv saying the people was being mistreated by the elites and Guineans should take matters into their own hands. pic.twitter.com/l4io2JeEIY
— Katarina Höije (@katarinah) September 5, 2021
La Guinea è un paese piuttosto instabile dal punto di vista politico e militare, e non è la prima volta che Conde – che ad ottobre è stato eletto per un terzo mandato, nonostante fino a poco fa la Costituzione prevedesse un limite di due – subisce un tentativo di colpo di stato.
Al Jazeera fa notare che il tentativo di colpo di stato è avvenuto circa una settimana dopo che il Parlamento guineano aveva approvato una variazione del bilancio nazionale per aumentare le spese parlamentari e della presidenza, e al contempo una riduzione dei fondi per le forze dell’ordine come polizia ed esercito.