La commissione che si occupa di valutare i vaccini nel Regno Unito non ha raccomandato di estendere il vaccino contro il coronavirus ai ragazzi tra 12 e 15 anni
La Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), la commissione indipendente del Regno Unito che si occupa di valutare e raccomandare i vaccini, non ha dato parere favorevole alla vaccinazione contro il coronavirus di tutti i ragazzi tra i 12 e i 15 anni. A differenza dell’Italia, dove possono essere vaccinate tutte le persone dai 12 anni in su, attualmente nel Regno Unito i vaccini contro il coronavirus possono essere somministrati soltanto a chi ha più di 16 anni e vengono somministrati a persone più giovani soltanto in caso di particolari patologie, come deciso dal governo su raccomandazione del JVCI. Tra le altre cose, mentre in Italia e in molti stati europei le vaccinazioni ai ragazzi con più di 12 anni erano state aperte a inizio giugno, il Regno Unito ha raccomandato la vaccinazione dei 16-17enni soltanto ad agosto.
Il governo britannico, che da qualche tempo stava aspettando la raccomandazione del JVCI, prenderà a breve una decisione ufficiale sull’estensione del vaccino ai ragazzi di età compresa fra 12 e 15 anni.
Secondo la commissione, i rischi per aver contratto il virus tra i 12 e i 15 anni sono minimi e vaccinare tutta la popolazione sana di questa età darebbe benefici soltanto marginali, pertanto la commissione ha ritenuto che ci siano prove «insufficienti» per estendere la campagna di vaccinazione a tutti gli adolescenti.
La valutazione è stata basata anche sulla rilevazione di alcuni rarissimi casi di infiammazioni cardiache riscontrate dopo la somministrazione dei vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna tra gli adolescenti: 145 casi di miocardite e 138 di pericardite su 177 milioni di dosi somministrate per Pfizer-BioNTech, e 19 casi di ciascuna delle due infiammazioni su 20 milioni di dosi somministrate per Moderna.