Cosa accadrà subito dopo la morte della regina Elisabetta
Se ne sa qualcosa in più grazie a Politico, che ha potuto vedere i documenti della cosiddetta operazione governativa "London Bridge"
Finora il protocollo che stabilisce per filo e per segno quello che succederà subito dopo la morte della regina Elisabetta II del Regno Unito – la cosiddetta “Operazione London Bridge” – era sempre stato riservato, e in passato se ne era sempre saputo molto poco. Di recente tuttavia Politico ha avuto modo di vedere i documenti completi del piano, che comprensibilmente coinvolgerà moltissimi dipartimenti del governo che dovranno gestire gli innumerevoli aspetti della situazione: dai più urgenti, come le questioni di successione del trono e di stabilità del paese, a quelli più inusuali, come la successione delle varie cerimonie e il tono che dovranno usare le istituzioni britanniche sui social network.
Quando muore un membro di spicco della famiglia reale viene messa in moto una complessa serie di protocolli che richiede la coordinazione di numerosi uffici, a partire da quello che si occupa appositamente di gestire tutto ciò che gira attorno alla sua celebrazione funebre. Il piano generale è indicato appunto col nome in codice “Bridge”, “ponte”. Quello preparato per gestire la morte della Regina Madre – moglie di re Giorgio VI e madre di Elisabetta II – per esempio, si chiamava “Operazione Tay Bridge”, e prima di essere messo in atto alla sua morte, nel 2002, servì come base per gestire la morte di Diana Spencer, ex moglie del principe Carlo, morta nel 1997. Il protocollo del principe Filippo, il marito della regina, morto ad aprile a 99 anni, si chiamava invece “Operazione Forth Bridge”.
Di recente il protocollo “London Bridge” è stato rivisto: non perché ci sia stato un peggioramento di salute della regina, che ha 95 anni, regna dal 1952 ed è in buone condizioni di salute. Secondo Politico sarebbero state modificate alcune misure di sicurezza relative alla pandemia da coronavirus, soprattutto perché si prevede che dopo la morte della regina a Londra arriveranno milioni di persone per far visita al suo feretro e seguirne i funerali, con un’alta possibilità di provocare caos e assembramenti in tutta la città.
Parallelamente all’applicazione del protocollo “London Bridge”, il governo si occuperà anche di gestire il protocollo “Spring Tide” (letteralmente “marea di primavera”), ovvero il piano per compiere la transizione della corona al principe Carlo, primo figlio della regina e quindi erede al trono: sempre seguendo precise indicazioni e attenendosi a quanto è stato minuziosamente programmato.
Ad ogni modo tutto partirà dal cosiddetto “D-Day”, il nome con cui è stato indicato il giorno della morte della regina. Dieci giorni dopo la sua morte, durante il cosiddetto “D-Day+10”, si terrà il suo funerale, in una giornata che sarà proclamata di lutto nazionale.
Il programma per il D-Day è comprensibilmente molto complesso e concitato. Il protocollo prevede che il segretario personale della regina avvisi via telefono il primo ministro – attualmente Boris Johnson – e il Privy Council Office, responsabile di alcune delle innumerevoli funzioni della sovrana e che coordinerà le azioni del governo per conto della monarchia. Poi, “a cascata”, saranno informati il segretario di gabinetto, che è il funzionario pubblico più alto del Regno Unito e ha il ruolo di consigliere del primo ministro e del governo, quindi i ministri e i principali funzionari pubblici.
Secondo i documenti letti da Politico, è previsto che i più alti funzionari di ogni dipartimento informino i loro collaboratori con la seguente formula: «Siamo appena stati informati della morte di Sua Maestà La Regina», e che li invitino a mantenere la massima discrezione. I ministri e i funzionari pubblici più importanti riceveranno anche un’email dal segretario di gabinetto: dal momento della ricezione del messaggio avranno massimo dieci minuti per far abbassare a mezz’asta le bandiere delle loro sedi, una cosa che secondo quanto raccontato da Politico ha già sollevato preoccupazione in vari uffici, perché non tutti potrebbero essere in grado di farlo.
Eventuali sedute in parlamento dovranno essere sospese, sia in Inghilterra che in Scozia, Galles e Irlanda del Nord. In seguito la famiglia reale diffonderà una «notifica ufficiale» per comunicare la notizia della morte della regina al pubblico.
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Il piano prevede che il primo ministro sia il primo a fare una dichiarazione pubblica e che tutti gli altri membri del governo possano fare un commento pubblico soltanto dopo di lui. Ci sarà un minuto di silenzio in tutta la nazione e a seguire si terrà un breve incontro tra il primo ministro e il nuovo re, il principe Carlo, che alle 18 parlerà alla nazione. Dopodiché è prevista una commemorazione alla cattedrale di Saint Paul, nel centro di Londra, a cui parteciperà anche un gruppo ristretto di ministri: secondo i documenti visti da Politico, l’atmosfera del ritrovo dovrà sembrare «spontanea».
Nel frattempo, la homepage del sito internet della famiglia reale verrà sostituita da una schermata nera con una breve comunicazione che annuncia la morte della regina, mentre il sito e tutti i profili dei social network collegati al governo dovranno esporre una striscia nera in alto. Secondo il piano, ai profili del governo sarà consentita soltanto la pubblicazione di contenuti ritenuti urgenti e sarà vietata la ricondivisione dei post, come i “retweet”, a meno che il capo della comunicazione del governo decida diversamente.
Anche i giorni successivi al D-Day saranno piuttosto ricchi di eventi. Alle 10 del mattino del giorno successivo alla morte della regina (“D-Day+1”), le figure più importanti del governo proclameranno ufficialmente re Carlo come nuovo capo di stato e sovrano del Regno Unito; in seguito il Parlamento si riunirà per comporre un messaggio di condoglianze. Alle 15.30 il primo ministro e gli altri ministri incontreranno per la prima volta insieme il nuovo re, ma tutte le altre attività del governo resteranno sospese per 10 giorni.
Tra le altre cose, il protocollo prevede che il primo ministro e i membri del governo visitino il feretro della regina alla stazione di Saint Pancras, che al secondo giorno dopo la sua morte sarà riportato a Buckingham Palace, la residenza ufficiale della monarchia britannica. Al terzo giorno invece Carlo inizierà un viaggio nel Regno Unito, visitando prima il parlamento scozzese, poi l’Irlanda del Nord e infine il Galles. Peraltro, se la regina dovesse morire nella residenza di Sandringham, nel sud-est dell’Inghilterra, la salma verrebbe portata a Saint Pancras col treno usato dalla famiglia reale; se morisse nel castello di Balmoral, in Scozia, potrebbe essere trasportata a Londra in treno (con la cosiddetta “Operazione Unicorn”) oppure in aereo (“Operazione Overstudy”).
A ogni modo, al quinto giorno dopo la morte della regina verrà messa in atto la cosiddetta “Operazione Lion”, che prevede il trasferimento del feretro da Buckingham Palace a Westminster Hall, la parte più antica del palazzo di Westminster, la sede delle due camere del Parlamento britannico. Dopodiché partirà la cosiddetta “Operazione Feather” (piuma): prima del funerale, i cui dettagli saranno comunicati dalla famiglia reale, il feretro della regina sarà esposto pubblicamente per tre giorni, 23 ore al giorno. Saranno anche disponibili dei biglietti “VIP” per le persone di rilievo.
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Durante tutto questo periodo, osserva Politico, il dipartimento degli Esteri dovrà coordinare l’arrivo di capi di stato stranieri, famiglie reali e personaggi famosi da tutto il mondo, e gestire anche il grande afflusso di turisti che ci si aspetta vogliano recarsi a Londra, con tutte le difficoltà del caso. Il dipartimento dell’Interno dovrà invece occuparsi della sicurezza pubblica e delle attività di intelligence, nonché presidiare possibili minacce terroristiche. Allo stesso tempo, anche il dipartimento dei Trasporti dovrà prepararsi a gestire situazioni di sovraffollamento un po’ ovunque, ed è probabile che in quei giorni sarà molto difficile trovare un alloggio o accedere comodamente a ristoranti e altri locali pubblici.
A mezzogiorno del “D-day+10” saranno annunciati due minuti di silenzio in tutta la nazione e si terrà il funerale della regina, all’abbazia di Westminster. Successivamente Elisabetta II sarà sepolta nella cappella di San Giorgio al castello di Windsor, residenza reale fuori Londra, dove sono sepolti sia il principe Filippo sia re Giorgio VI, suo padre.