Nel Panjshir non è chiaro chi stia vincendo
Sia i talebani sia i ribelli dicono di essere in vantaggio, nell'ultima provincia dell'Afghanistan in cui ancora si combatte
Da diversi giorni arrivano notizie di estesi combattimenti fra i talebani e alcuni gruppi ribelli nella regione del Panjshir, l’unica provincia dell’Afghanistan a non essere ancora sotto il controllo del nuovo regime dei talebani. La situazione però è talmente confusa – anche per la scarsità dei giornalisti e osservatori indipendenti nella provincia – che entrambe le parti sostengono di essere in vantaggio: venerdì sera un portavoce dei talebani ha detto a Reuters che il regime controlla tutto il territorio afghano, lasciando intendere di avere sconfitto i ribelli nel Panjshir. Poco dopo però i portavoce dei ribelli hanno smentito la notizia di una loro sconfitta e della resa del capo della resistenza armata nella regione, Ahmad Massoud, e anzi hanno fatto sapere che sono i talebani ad essere in svantaggio.
In un messaggio video inviato a BBC News, l’ex vicepresidente dell’Afghanistan ha ammesso che la situazione in Panjshir è diventata «difficile» per via dell’offensiva avviata dai talebani, ma ha aggiunto che le forze ribelli «non si arrenderanno».
A video message sent to us @BBCWorld from one of the leaders of the anti-Taliban resistance, fmr VP @AmrullahSaleh2 who says they're under attack from terrorists and points the finger of blame at Pakistan. Pakistan of course deny they support Taliban forces #Panjshir #Afghanistan pic.twitter.com/w3e6GnrRXi
— Yalda Hakim (@BBCYaldaHakim) September 3, 2021
La valle del Panjshir fu un punto centrale sia della resistenza afgana contro i sovietici, che occuparono l’Afghanistan negli anni Ottanta, sia contro il successivo governo dei talebani, che non riuscirono mai a conquistarla. Compresa in una lunga e stretta valle, la provincia è difesa da ex soldati e membri delle forze di sicurezza afgane, che negli ultimi mesi hanno trovato rifugio nella zona e si sono uniti agli abitanti che non accettano il regime talebano.
Il Panjshir però è sostanzialmente isolato, dato che i talebani controllano le regioni limitrofe e soprattutto la frontiera col Tagikistan, che era stata molto preziosa ai tempi della resistenza contro sovietici e statunitensi. Le forze militari ribelli sono poche e non molto attrezzate, e sono stimate intorno alle 2.000-2.500 unità. I talebani dispongono di più combattenti, possono contare sui rinforzi da altre province e sulla disponibilità di un maggior numero di armi, come quelle statunitensi, confiscate all’esercito afgano man mano che si dissolveva.
I talebani hanno fatto sapere che i combattimenti nel Panjshir si sono intensificati tra mercoledì e giovedì. Citando fonti locali, BBC News scrive che negli ultimi giorni sono morte centinaia di persone. Secondo Al Jazeera all’ingresso della valle si vedono colonne di fumo provocate dai combattimenti.
Il Panjshir è la provincia in cui si combatte di più, ma non è l’unica in cui sono stati riportati scontri. In settimana erano stati segnalati sporadici combattimenti anche nelle province afgane di Wardak e di Daikundi, dove vivono alcuni gruppi di hazara, minoranza di musulmani sciiti da tempo organizzata in milizie. Alcuni di questi gruppi si sono rifiutati di arrendersi e di riconoscere il nascente regime.