È morto Daniele Del Giudice
Autore di “Atlante occidentale”, era considerato uno dei più importanti scrittori italiani viventi e aveva 72 anni
È morto a Venezia Daniele Del Giudice, autore di Lo stadio di Wimbledon e Atlante occidentale e considerato – specialmente tra gli addetti ai lavori dell’editoria – uno dei più importanti scrittori italiani viventi. Aveva 72 anni ed era conosciuto e celebrato dalla critica anche all’estero, per via di uno stile originale, apparentemente semplice ma in realtà molto ricercato e sempre denso di raffinate e profonde riflessioni psicologiche. Negli anni Ottanta e Novanta aveva avuto un gran successo, anche se la sua notorietà tra il grande pubblico da allora era diminuita. Da tempo era assente dalla vita pubblica perché affetto dal morbo di Alzheimer. Il 4 settembre avrebbe dovuto ricevere il premio alla carriera della Fondazione Il Campiello.
Nato a Roma, Del Giudice aveva cominciato a scrivere come giornalista, lavorando per Paese Sera. Esordì come scrittore nel 1983 con Lo stadio di Wimbledon, che fu “scoperto” da Italo Calvino: racconta delle ricerche attorno a Roberto “Bobi” Bazlen, l’intellettuale triestino che contribuì a fondare la casa editrice Adelphi (anche Bobi di Roberto Calasso, pubblicato da poco, parla di lui), e alle ragioni per cui non scrisse mai libri suoi. L’altro libro più noto di Del Giudice è Atlante occidentale (1985), un romanzo ambientato a Ginevra che ha per protagonisti un fisico del CERN, il grande centro di ricerca di fisica delle particelle, e un anziano scrittore.
Il resto dell’opera di Del Giudice è costituita principalmente da racconti. Molti, raccolti in Staccando l’ombra da terra (1994), sono dedicati al volo, una grande passione dello scrittore; da uno di questi racconti, Unreported inbound Palermo, che parla del disastro aereo dell’Itavia DC-9, fu tratto lo spettacolo teatrale di Marco Paolini I-Tigi. Canto per Ustica.
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I suoi ultimi libri sono Orizzonte mobile (2009), una specie di diario di viaggio in Antartide che racconta anche le storie di importanti esploratori del passato, e In questa luce (2013), una raccolta di scritti di vario genere. Per il primo Del Giudice fu candidato al Premio Strega, a cui però si rifiutò di partecipare perché, disse, preferiva dedicarsi a un nuovo libro piuttosto che alle attività di promozione richieste agli scrittori in corsa. Fu anche candidato per due volte al Premio Campiello – nel 1994 e nel 1997 – senza vincerlo.
Dal 2014, grazie al fondo previsto dalla legge Bacchelli per sostenere i «cittadini che abbiano illustrato la patria e che versino in stato di particolare necessità», riceveva un vitalizio pubblico.
Negli ultimi anni Einaudi, da sempre la sua casa editrice, aveva ripubblicato i suoi libri fuori catalogo: nel 2016 una raccolta di racconti che mette insieme quelli di Mania (1997) e altri fino a quel momento inediti; nel 2019 Atlante occidentale, corredato da un diario tenuto da Del Giudice durante i giorni di ricerca per scriverlo. Nei prossimi mesi uscirà una nuova edizione di Lo stadio di Wimbledon, di cui Radio3 ha realizzato una versione audiolibro l’anno scorso.