I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
I contagi sono leggermente diminuiti e si sono concentrati in Sicilia e in Sardegna, dove sono aumentati anche i ricoveri
Nell’ultima settimana c’è stato un leggero calo dei nuovi casi di coronavirus, le persone ricoverate in terapia intensiva sono aumentate, e sono cresciuti anche i decessi. La situazione epidemiologica è peggiorata in particolare in tre regioni – Sicilia, Sardegna e Calabria – che dalla metà di luglio hanno avuto un significativo aumento dei contagi e una successiva crescita dei ricoveri in ospedale.
Dal 26 agosto all’1 settembre sono stati trovati 44.097 nuovi casi di coronavirus, il 3,4 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. L’andamento delle ultime settimane è stato piuttosto anomalo rispetto al resto dell’anno, per via delle vacanze estive che soprattutto nei giorni di Ferragosto hanno limitato i test eseguiti giornalmente. Nelle ultime due settimane sembra che l’andamento sia più coerente rispetto al passato: non è ancora detto che i contagi abbiano raggiunto il picco di questa ondata estiva, ma la diminuzione dei casi registrata negli ultimi giorni è incoraggiante.
Nell’ultima settimana i morti per COVID-19 sono stati 376, il 12,2 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. Quasi un terzo di tutti i morti – centodieci – sono stati segnalati in Sicilia, mentre l’unica regione in cui non ci sono stati decessi è la Valle d’Aosta. Un solo morto è stato segnalato rispettivamente nelle Marche, in Molise, nella provincia autonoma di Bolzano e nella provincia autonoma di Trento.
Dopo il calo durante la settimana di Ferragosto, è cresciuto il numero dei tamponi eseguiti: ne sono stati fatti 1,7 milioni, mentre nei sette giorni precedenti erano stati 1,4 milioni. Sono state testate per la prima volta 391mila persone.
Al momento la Sicilia è l’unica regione in zona gialla. Per passare dalla zona bianca alla zona gialla, una regione deve avere un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e, contemporaneamente, un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 superiore al 15 per cento, e superiore al 10 per cento in terapia intensiva. La settimana scorsa la Sicilia ha oltrepassato tutte queste soglie: tra il 20 e il 26 agosto sono stati rilevati 200 casi ogni 100mila abitanti; il 24 agosto – la Cabina di regia considera i dati del martedì precedente – il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale per i ricoverati per COVID-19 risultava del 19,4 per cento, mentre quello dei reparti di terapia intensiva del 12,1 per cento. Come si può vedere da questo grafico, non ci sono stati miglioramenti: la percentuale di occupazione dei posti letto in area non critica è al 22,7 per cento, in terapia intensiva al 13,1 per cento.
Anche la Sardegna ha superato la soglia di allerta fissata per il tasso di occupazione delle terapie intensive, ma si è mantenuta leggermente al di sotto del 15 per cento nel tasso di occupazione degli altri reparti.
Le province con l’incidenza settimanale più alta sono state Enna, in Sicilia, dove sono stati trovati 304 casi ogni 100mila abitanti, Siracusa con un’incidenza di 276 casi settimanali, e Caltanissetta con 247 contagiati ogni 100mila abitanti.
Nell’ultima settimana i nuovi ricoveri in terapia intensiva sono stati 305, il 16,4 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. Ci sono stati sessanta nuovi ingressi in terapia intensiva in Sicilia, 31 in Veneto e in Toscana.
Al momento in Italia 40,9 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 37 milioni risultano completamente vaccinate. Il 69% della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 62,5% ha completato il ciclo vaccinale.
La campagna vaccinale aveva subito un significativo rallentamento nella settimana centrale di agosto. Negli ultimi giorni c’è stata una ripresa delle somministrazioni.
In questo grafico si può osservare l’andamento della somministrazione delle prime dosi per fascia d’età: al momento la fascia d’età che sta ricevendo più dosi è quella tra i 12 e i 19 anni.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.