Alle elezioni in Germania il partito di Merkel è a rischio
A poco meno di un mese dal voto i sondaggi danno la CDU indietro, dopo una notevole rimonta del centrosinistra
Il 26 settembre si voterà in Germania per rinnovare il Bundestag, il parlamento federale, e scegliere di fatto la persona che succederà alla cancelliera Angela Merkel, che lascerà il suo incarico dopo sedici anni e si ritirerà dalla politica attiva. A poche settimane dal voto, l’esito è ancora molto incerto: cosa che non succedeva da moltissimo tempo.
Nei primi mesi della campagna elettorale i sondaggi avevano registrato un forte aumento di consenso per i Verdi, culminato con la scelta della talentuosa Annalena Baerbock a candidata cancelliera. Nelle settimane successive però Baerbock è stata accusata di avere esagerato alcune voci del suo curriculum e di avere copiato pezzi del suo ultimo libro, uscito qualche mese fa. Baerbock ha respinto tutte le accuse, ma nel frattempo non ha saputo spostare l’attenzione degli elettori su altri temi. Dall’inizio di agosto la percentuale di elettori che la vedrebbe bene come prossima cancelliera è scesa sotto il 20 per cento.
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Un altro candidato che ha perso consensi nel corso della campagna è stato Armin Laschet, primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia dal 2017, eletto a gennaio presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito di Merkel. Laschet era considerato un candidato molto solido: rispettato nel partito, governa la regione tedesca più popolosa e fa parte della stessa corrente centrista di Merkel.
La sua campagna elettorale però ha subìto un inciampo dopo l’altro, culminati nella risata fuori luogo durante una cerimonia per ricordare i morti nelle alluvioni che hanno interessato la Germania, a luglio. Laschet è stato criticato anche per la lentezza con cui il governo della Renania Settentrionale-Vestfalia sta distribuendo gli aiuti dopo le alluvioni, e per il suo vaghissimo programma elettorale. Lo Spiegel ha definito la sua campagna elettorale fin qui «una parodia».
I timori della CDU sono alimentati dal fatto che a un calo nei consensi per Laschet è corrisposto un aumento per il candidato del Partito Socialdemocratico (SPD), l’attuale vicecancelliere Olaf Scholz.
Scholz è un politico di lunghissimo corso: più volte ministro, dal 2011 al 2018 è stato anche sindaco di Amburgo. La sua candidatura a cancelliere non aveva suscitato particolari entusiasmi, ma da diverse settimane a questa parte i sondaggisti si sono accorti che il suo consenso sta crescendo molto fra gli elettori, e sta trainando anche i consensi dell’SPD, un partito dato più volte per finito negli ultimi anni a causa di tensioni interne e una prolungata e controversa alleanza di governo con la CDU.
Nessuno attribuisce a Scholz un particolare carisma, ma le sue competenze sono difficili da mettere in dubbio. Di recente inoltre, nella sua carica di vice-cancelliere e ministro delle Finanze, ha contribuito a mettere in piedi sia il Recovery Fund europeo sia il programma di sussidi governativi che ha tenuto attive le aziende tedesche durante le fasi più dure della pandemia. «Parliamo di un politico esperto, dall’apparenza modesta e ferrato sui dettagli: Scholz non se la prenderà se qualcuno ha osservato qualche somiglianza con l’attuale cancelliera», ha commentato l’Economist.
Nel giro di un mese, però, può ancora succedere di tutto: e in un sistema elettorale puramente proporzionale come quello tedesco, anche la minima variazione di voti ottenuti può risultare decisiva per la formazione di una nuova maggioranza. Al momento la media dei sondaggi nazionali messa insieme da Politico dà l’SPD in vantaggio col 21 per cento, i Verdi secondi col 20 per cento ma in calo da settimane, e terza la CDU col 17 per cento.